Esclusiva, Sanchini: “Aerodinamica troppo determinante in MotoGP”

Esclusiva, Sanchini: “Aerodinamica troppo determinante in MotoGP”© Sky Sport

"La MotoGP sta andando nella direzione dacui la F1 sta cercando di uscire" ci ha detto il commentatore tecnico di Sky, che ci ha dato anche un parere su quanto visto ad Assen

28.06.2022 ( Aggiornata il 28.06.2022 03:47 )

Stiamo assistendo ad uno dei mondiali di MotoGP più competitivi e livellati della storia. Dove i campionissimi storici, come Marquez, sono fuori dalle scene così dando spazio alle nuove leve.

Abbiamo avuto l’onore di parlare proprio di questo con l'ospite della nostra rubrica After the Flag, Mauro Sanchini - commentatore tecnico Sky Sport MotoGP ed ex pilota, dove ci ha raccontato le sue impressioni sul Motomondiale che è arrivato alla pausa estiva.

Assen, una delle più belle gare dell’anno


L’ultima gara prima delle vacanze ci lascia con la vittoria di Pecco e una voglia di ritornare in pista il prima possibile. Sentiamo quindi cosa ne pensa Mauro, che inoltre è stato anche pilota di Superbike nei primi anni 2000, e che quindi di moto se ne intende. 

Cosa ti resta di questa gara, la prima immagine che ti viene in mente?

"È stata la gara più bella dell’anno. Giornate simili solo quelle in Qatar con Enea Bastianini e al Mugello con Pecco, e poi prima della pausa estiva ci lascia un bel ricordo per le vacanze.

"Inoltre, sono usciti diversi spunti. Il primo cioè quello del trionfo delle moto italiane, Ducati e Aprilia, e questa è un’ennesima conferma che il Made in Italy è un eccellenza. Vuol dire che stiamo facendo un gran lavoro. Il secondo punto è la rimonta di Aleix Espargaro che sembrava Marquez. Il terzo è l’errore di Quartararo che non me lo aspettavo, come ha detto lui “un sbaglio da Rookie”. Infine, il nostro vivaio di piloti che sta crescendo sempre più, con Bezzecchi e tutti gli altri".

Aerodinamica troppo determinante


"Sanchio" nel parlare della gara in Olanda sottolinea un aspetto tecnico molto importante, quello dell'aerodinamica. In fase di partenza Marini ha rotto le ali, della parte destra della moto, nello scontrarsi con Mir ed è stato condizionato per tutta la gara. "In tal senso penso che la MotoGP - dichiara lui - stia andando nella direzione da dove la Formula 1 sta cercando di uscire, cioè quella dell'aerodinamica che diventa troppo funzionale per il mezzo."

Abbiamo un Pecco in ripresa e un Quartararo in caduta, stiamo scoprendo, quindi, che anche Fabio è umano?

"Fabio è un pilota di un magnifico talento. Lui merita di stare tra i migliori della storia delle moto perché guida davvero bene. Credo che quell’errore con Aleix è arrivato dopo un eccesso di confidenza con la moto. Si è buttato dentro come se potesse fare tutto, in realtà ha scoperto che non poteva, e è andato a terra. Nel GP Olandese da una parte ha regalato dei punti, ma dall’altra ha aggiunto un altro tassello di esperienza nel suo bagaglio; credo che da questo evento abbia imparato molto".

Cosa sta succedendo ad Enea Bastianini che aveva iniziato l’anno davvero bene, qual è il problema?

"Secondo me è semplicemente che Enea ci ha abituato bene, ci ha regalato vittorie come quella in Qatar, però tutto sommato dobbiamo ricordarci che è solo due anni che è in MotoGP quindi diamogli tempo per imparare. Poi a parer mio la firma del contratto con la Ducati - da definire se ufficiale o meno - gli metta un po' troppa pressione, non è costruttivo per lui. Ha paura di sbagliare e si sente in dovere di fare bene anche per il confronto con Martin".

Parlando del livello così alto del campionato di MotoGP, secondo te è perché manca un dominatore come negli anni passati, con Rossi e Marquez, o sono davvero tutti così forti?

"Negli anni passati erano in pochi ad essere veloci, anche perché le moto competitive erano di meno. Le due Honda, le due Yamaha e le due Ducati. È chiaro che quindi se prendi i piloti più forti e li metti in sella ad una di queste moto diventano automaticamente veloci. Oggi abbiamo un livellamento tecnico che non si era mai visto in MotoGP. Partendo dalla KTM arrivando alla Yamaha, c’è un parco moto dove se le guardi tutte non ne puoi scartare una. Penso sia soprattutto questo".

Passando alla SBK, dove tu hai corso, com’è cambiata da quegli anni sia in termini tecnici ma anche di popolarità?

"È cambiata molto. Hai miei tempi avevamo delle moto stradali che modificavamo per renderle “da corsa”, ora sembrano prototipi da MotoGP depotenziati. Prima la SBK e il motomondiale offrivano due spettacoli completamente diversi, ora si sta uniformando un po' il tutto. Le derivate di serie sembrano delle MotoGP “Lite”. Ci vorrebbe qualcosa di diverso per renderle uniche ognuno rispettivamente".

Cosa ne pensi se Toprak Razgatlioglu dovesse arrivare in sella alla M1?

"Sinceramente avrei pensato che sarebbe passato lo scorso anno, subito dopo la vittoria. Adesso aver deciso di fare un altro anno lì non so quanto gli sia produttivo. Perché comunque non è giovanissimo, poi ci vuole del tempo per adattarsi alla MotoGP – come stavamo dicendo per Enea – quindi ne passerebbe ulteriormente altro, di tempo. Non sono molto convinto, anche perché per quanto tu sia un fenomeno non è che in MotoGP ci siano dei piloti scarsi. Secondo me avrebbe dovuto fare il passaggio subito".

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