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L'addio di Motosprint a Luigi Rivola

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© Foto presa dal profilo Facebook di Luigi Rivola

Mirco MelloniMirco Melloni

14 mar 2024

Motosprint dice addio al suo decano, un’autentica leggenda per la nostra rivista: Luigi Rivola è scomparso a Faenza e lascia un vuoto per tutto il motociclismo scritto, perché con la sua infinita conoscenza della materia ha arricchito numerose pubblicazioni nell’ultimo mezzo secolo.
Dagli inizi con MotoSport a La Moto, di cui fu uno dei fondatori, ma è ovvio che il suo nome è stato legato alla nostra rivista, dove è stato redattore e in cui negli ultimi vent’anni ha deliziato i lettori grazie alla rubrica: Polvere di Stelle.

Uno spazio nel quale Gigi ha mostrato la propria cultura – ben oltre le due ruote – ma soprattutto la voglia di documentarsi, una curiosità innata che lo ha portato a dissertare di qualsiasi argomento legato ai motori. Con una predilezione per il rapporto stretto tra la motocicletta e gli aerei. E così non faceva differenza se l’argomento era legato alla Rivoluzione industriale o ai pionieri di inizio Novecento, oppure i campioni dell’era moderna. Molti dei quali raccontati anche su libri, come “Capirossi”, per il primo titolo del pilota della quasi omonima Borgo Rivola nel 1990, e “Classe 500, la Regina del Mondiale”.

Quest’ultimo volume, Gigi lo aveva presentato nemmeno due settimane fa a Lugo, anche se era uscito quattro anni fa. La pandemia aveva però rinviato l’appuntamento. Un appuntamento in una serata godibilissima alla presenza di due ex campioni del Mondo come Carlos Lavado e Mario Lega, nonché di Loris Reggiani. Una presentazione in cui Rivola aveva descritto alcune delle centinaia di immagini presenti nel volume, e per ciascuna conosceva un aneddoto, un dettaglio, un particolare in grado di stuzzicare l’attenzione del lettore grazie anche a quel pizzico di ironia che l’ha sempre contraddistinto. Esaltante, ma in realtà una normalità per chi lo conosceva.

Considerare Gigi esclusivamente come giornalista – forte anche di un archivio di volumi e immagini a dir poco invidiabile – è riduttivo, poiché il suo ingresso nel mondo delle due ruote era stato da pilota. Del resto, per chi è originario di Faenza – anche se residente a Brisighella – ignorare il rombo e il profumo dei motori era impossibile. E così da Junior era stato protagonista della scena italiana a cavallo degli anni ’60 e ’70, quando il motociclismo iniziava a lasciare i circuiti cittadini – da lui frequentati nelle gare della celebre Mototemporada romagnola – per le piste permanenti.
Un’eccezione, Rivola l’aveva fatta nel 1988, a 40 anni, con quattro record mondiali di velocità sulla pista di Nardò. E se di fronte a tale esempio qualcuno dovesse pensare che Gigi aveva vissuto tre o quattro vite in una, avrebbe ragione.

La redazione di Motosprint, che omaggerà Gigi sul numero in uscita martedì prossimo, abbraccia la moglie Gianna, i tre figli, i nipoti e i tanti amici che gli hanno voluto bene. E che nelle ultime 24 ore hanno faticato a orientarsi e ad arrendersi di fronte alla notizia più brutta.

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