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Seiemmezzo SCR e STR, il futuro di Moto Morini | The Test
Il marchio italiano tornare a volare in alto

Alessandro Codognesi
22 mar 2023
Moto Morini Seiemmezzo STR e SCR: la prova
La STR è una moto dalle dimensioni corrette, classiche per una naked. Il serbatoio è piuttosto largo, le gambe rimangono rannicchiate, il busto non è caricato ma nemmeno eretto; una buona posizione di controllo sull’avantreno, che però non mette alla prova i polsi. I primi metri con lei sono una conferma che sì, noi italiani con telai e ciclistiche ci sappiamo fare. È una di quelle che moto che riesce a comunicare bene con il pilota, senza offrire sensazioni artefatte o di difficile interpretazione. Commette giusto due sviste: è un po’ pesante, soprattutto nelle manovre a bassa velocità, e ha un raggio di sterzo piuttosto ampio.
Le sospensioni sono sostenute: i primi tombini presi in velocità arrivano senza tanti complimenti. L’assetto, però, è molto equilibrato; è evidente dalla prima curva affrontabile con un po’ di slancio.
La STR scende in piega naturale, senza ondeggiare o al contrario opponendo resistenza. Questo comporta una spiccata attitudine alla guida brillante, sciolta. Nonostante il suo peso non tende ad allargare e aumentando il ritmo non accenna a perdere stabilità. Rimane sempre lì, sul binario immaginato dal pilota. Il bicilindrico, invece, è più regolare che brillante. Meglio tenerlo un po’ su di giri, su strade in salita o se bisogna effettuare un sorpasso; anche perché è proprio vicino alla zona rossa che dà il meglio di sé.
La frenata è di buon livello, sia per il feeling alla leva, sia per gli spazi d’arresto, come anche l’ABS, mai invasivo.
Il primo impatto con la SCR è diverso. È incredibile come un semplice manubrio possa cambiare in maniera così importante la posizione di guida. Il busto è praticamente verticale e si ha la sensazione di trovarsi sopra, non dentro la moto. Il manubrio è fin troppo rialzato rispetto al piano seduta e le leve di freno e frizione sono eccessivamente inclinate verso il basso.
Questo, nella guida spigliata, comporta un minore controllo sulla ruota anteriore, come se fosse più lontana dalle mani del pilota. E in effetti, è proprio ciò che accade. Anche le sospensioni hanno una taratura più morbida, che permette ovviamente di sorvolare con più disinvoltura le buche ma d’altra parte non possono garantire il rigore e la precisione della sorella stradale. Meglio prendersela più comoda, con la SCR. Una volta, la storia di Moto Morini era legata a doppio filo alle competizioni e alle prestazioni pure.
Oggi non è più così: le Seiemmezzo sono moto più da passeggio che sportive ma in fondo è giusto così. Sono figlie del loro tempo e il pubblico a cui sono rivolte le saprà apprezzare per la qualità costruttiva e la facilità di guida.
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