La
Harley-Davidson tradizionalmente presenta le sue novità in momenti diversi dagli altri costruttori, così non stupisce l’arrivo della Blackline in pieno inverno, parecchio tempo dopo i saloni e parecchio prima della primavera. È una moto che non passa inosservata: secondo il comunicato Harley, “un connubio unico di gentilezza e ribellione”. Cioè una custom essenziale, senza fronzoli, con dettagli grezzi e rifiniture a mano; riunisce elementi del movimento bobber, più rudi, e particolari molto curati. Gli elementi di distinzione non mancano: la carrozzeria è ridotta al minimo, parafango corto sopra la grossa gomma posteriore, con targa e gruppo ottico che sembrano appesi, il serbatoio a goccia da 18,9 litri lascia scoperto un pezzettino del tubo dorsale del telaio, il parafanghino anteriore è ridotto ai minimi termini. E poi i due scarichi che escono spettacolari sul lato destro, affiancati, il manubrio Split Drag attaccato direttamente sulla piastra della forcella, senza cavallotti, con cablaggi invisibili. Tutto in un’ottica essenziale.
“Sotto” c’è un telaio Softail a doppia culla chiusa con una sospensione posteriore in cui il gruppo molla-ammortizzatore è nascosto sotto il motore e il forcellone sembra rigido ma non lo è; forcella inclinatissima, cerchi di 21” anteriore e 16” posteriore, e la sella più bassa mai vista su un’Harley, appena 660 mm da terra. Cromature ce ne sono ma senza esagerare perché la Blackline, come suggerisce il nome, lega il suo appeal a un’aria vagamente tenebrosa, con una certa abbondanza di nero. Brillano comunque scarichi, steli della forcella e alcuni elementi del motore, il Twin Cam 96B, quello con due contralberi di bilanciamento e montaggio su supporti rigidi. Il tiro è da Harley, 125 Nm (12,7 kgm) a 3250 giri/’, che è una bella coppia vigorosa, perdipiù mediata da un cambio a sei marce; la potenza tradizionalmente non viene dichiarata. Il prezzo invece sì: a partire da 18.300 euro, con un catalogo accessori vasto quanto la Treccani.
