A Donington Sykes sogna di ristabilire le gerarchie in squadra e in Ducati Davies è carico a mille e Giugliano è finalmente a posto
21 mag 2015
Da Donington Park, Marco Masetti
Da domani, su una pista per baciata da un insolito sole britannico, si fa sul serio.
Donington Park, la pista sulla quale la SBK mosse i suoi primi passi, ospita un round molto importante, forse cruciale in ottica campionato.
Il leader Jonathan Rea c'è e sta benissimo, e come potrebbe andare diversamente quando in classifica si hanno 240 punti su 250?
E quando il tuo rivale più “vicino” in classifica è a quota 153, il punteggio di Leon Haslam arrivato alla gara di casa (il padre ha la scuola di pilotaggio proprio qui) e si presenta con costole rotte e dolori?
Eppure qualche problema Rea ce l'ha, ad esempio la celebrità che gli toglie tempo e lo costringe ad un tour del force tra tv e stampa. Per lui, abituato a vivere in campagna all'isola di Man e legato alla privacy famigliare non è facile.
Come non bastasse, in compagnia di Sykes, Davies e Alex Lowes si è esibito in una sfida nelle corse popolari inglesi. Ovvero corsa con l'uovo su un cucchiaio, nei sacchi e con la gamba legata ad un rivale... Va bene, tutto folklore, anche se per la cronaca i britannici hanno battuto i ragazzi del continente rappresentati da Guintoli (che vive a uno sputo da Donington), Ramos, Mercado e Camier (che ha residenza ad Andorra).
Le uniche preoccupazioni vere arrivano dalla faccia rilassata e finalmente sorridente di Sykes che sogna di ristabilire le gerarchie in squadra e soprattutto da casa Ducati dove Davies è carico a mille e Giugliano è finalmente a posto.
“Dopo Imola mi sono finalmente preparato e mi sento a posto", ha detto Giugliano. "Ho rischiato di tornare a casa quando mi sino presentato al controllo documenti all'aeroporto con la mia carta d'identità che è un po' malmessa. Il poliziotto mi ha fatto passare solo perché è un fan delle moto”.
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