ALCANIZ - I test di Aragon della Superbike hanno detto più di quanto abbiano fatto i tempi ottenuti in pista dai piloti. In primo luogo hanno confermato che senza
Jonathan Rea, la
Honda, è persa. Questa non è sicuramente una novità, ma dopo il disastro dell'ultimo round di Jerez, vedere la CBR guidata dal nordirlandese davanti a tutti è un po' una sorpresa. Se non si considera il tempone fatto con gomma da Superpole di Baz (1'57''1), quello di Rea, è stato il più veloce fatto nei due giorni di prove con coperture da gara (1'57''4). Se la Honda se lo fosse fatto scappare sarebbero stati guai. E la conferma del talento di Rea arriva dal fatto che Haslam, con la stessa moto, si è preso oltre un secondo di distacco. Eppure Jonny non è ancora al cento per cento (il femore sinistro operato dopo il botto del Nurburgring non è ancora saldato), anche se ha trovato una CBR migliorata nell'elettronica... Identica a quella che guidava anche Haslam. Quindi, buona parte del risultato ottenuto ad Aragon, è arrivato grazie a Rea.
La seconda conferma che arriva dalla Spagna è che la Kawasaki va fortissimo. Probabilmente più forte di quando è finito il mondiale, perché Baz non è mai stato un fulmine ad Aragon eppure in questi test è stato rapidissimo (1'57''8 il suo best con gomme da gara). Tutti i piloti presenti hanno detto che se ci fosse stato in pista Sykes, probabilmente, sarebbe sceso sotto il muro del 57.
La terza conferma è invece che a Marco Melandri, il giro secco, non riesce nemmeno con l'
Aprilia. Il ravennate ha all'attivo una sola pole position in Superbike (del 2011 con la
Yamaha) e ad Aragon nemmeno ci ha provato a strappare il miglior tempo dei test. Per questo motivo il suo 1'58''0 è un ottimo riferimento. Tanto che nel box Aprilia tutti erano molto soddisfatti dell'esito di queste prove.
La quarta conferma è che ad Aragon, Chaz Davies, va forte. Anche con la Panigale (1'57''6 il suo miglior tempo). Il due volte vincitore della gara di quest'anno, dal primo giorno di prove, ha tolto due secondi e se n'è tornato a casa con un bel sorriso stampato sulle labbra. Ma più di lui, il sorriso, ce lo avevano i ragazzi del box Ducati, che per un attimo si sono visti davanti a tutti nella classifica dei tempi. Il dato più incoraggiante è che questo risultato è arrivato sulla pista più ostica in assoluto per la Panigale, che paga sei decimi sul lungo rettilineo. Che sia l'inizio della rinascita della Ducati?
Giulio Fabbri