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Pedercini: "Per correre in SBK bisogna vendere un rene"

Lucio: "Il campionato costra troppo: che importanza ha girare sui tempi della MotoGP? Auspico un regolamento Stock: servono TV, spettacolo e il tutto esaurito dei miei tempi"

Mirko ColombiMirko Colombi

10 feb 2025 (Aggiornato alle 15:05)

MotoGP e SBK troppo simili

Insomma, Pedercini magari rinuncia a qualche viaggio, tuttavia mantenendo una invidiabile quotidianità e la competenza rinomatagli nel tempo: "Sto benissimo, per fortuna" ride "ho tantissimi amici, collaboro con uno sponsor, mi godo la famiglia. Chiaro, le corse mi mancano: cominciai nel mondiale da diciannovenne, era il 1992. Quella, anzi, questa è la mia vita. Facile rimanere fermo, non è: sono tanti i momenti dei quali sento mancanza".

In cosa ti sentivi particolarmente abile? 

"L'organizzazione, i viaggi, l'allestimento del box, le prove, i turni di qualifica, le condivisioni in hospitality, l'adrenalina, la calma, l'agitazione, la gara. Spostavo 20 persone in giro per il mondo, ma a me venica semplice farlo. Aveva chi ha coniato il seguente motto popolare: l'esperienza mica si compra al supermercato. Semmai, te la devi costruire. Io era capace di mettere insieme trasferte per persone che partivavano e arrivavando da ogni dove. Ci riuscivo proprio grazie all'esperienza".

Anche perchè pure tu, davvero, sei stato uno degli Eroi dei due Mondi.

"Puoi dirlo forte" ride "Quando passai dalla 500 due tempi del Motomondiale alla SBK quattro tempi dell'epoca, trovai un paddock derivato di serie decisamente più famigliare e aggiungibile di quanto non fosse l'ambito dei prototipi. Col tempo, cosa vedo: anche la SBK va molto vicino alla MotoGP: sembra che la volontà di farle somigliare sia questa. Invece, secondo me la SBK deve avvicinarsi al motociclista e all'appassionato di tutti i giorni".

Cosa non apprezzi dei due campionati?

"In realtà, qualcosa che disdegno nemmeno c'è. Ma Chi se ne frega se, per esempio, a Jerez la SBK sia in grado di ottenere tempi vicini se non uguali alla MotoGP? Ai tifosi questo concetto prestazionale poco interessa, non gli cambia la vita. Ecco perché perché auspico un regolamento Stock, una sorta di production".

Non sarebbe riduttivo per il campionato?

"Macché. Mi chiedo: qual è il motivo per cui i team debbano pagare tra i 600 e 700 mila euro solo di moto, che senso ha? Mettiamoci poi i ricambi, l'ingaggio ai piloti, gli stipendi, eccetera... serve, minimo, un milione di euro. O meglio, nella cifra è escluso l'ingaggio al pilota. Parliamo di costi veramente importanti. Gran voce del budget richiesto è proprio per le moto, sempre più somiglianti ai prototipi".

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