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23 feb 2011
Prima dell’inizio del Mondiale Superbike 2011, al via domenica prossima con il G.P. di Phillip Island (Australia), ESPN Classic ha intervistato il campione in carica, Max Biaggi, per promuovere lo speciale “Biaggi al Max”, in onda in prima tv su ESPN Classic (canale 216 di Sky) venerdì 25 febbraio alle ore 21.00. Nell’intervista, realizzata dal suo amico D.J. Ringo, il “Corsaro”, cinque volte campione del Mondo (il titolo in SBK si aggiunge ai quattro in 250cc dal 1994 al 1997), si confessa a cuore aperto svelando curiosità e aneddoti della sua carriera, iniziata nel 1991 con il Motomondiale, classe 250.
Oltre alle sue dichiarazioni, ESPN Classic ha raccolto anche l’opinione di Michel Fabrizio, da molti indicato come l’erede naturale di Max. Dopo tre anni in sella alla Ducati, quest’anno il “Mago” (come è soprannominato dai suoi tifosi) esordisce sulla Sukuzi del Team Alstare.
Ecco uno stralcio dell’intervista rilasciata da Max Biaggi a D.J. Ringo:
Max, sei superstizioso? Segui qualche rituale speciale prima delle gare?
«Non molto. Uso un protettore della schiena con dei colori che sono sempre gli stessi dal 1992, ma non si notano. E poi prima di salire in moto mi tocco i polsi, ma non so spiegare il perché».
Cosa ti piace fare quando non corri o non sei su un mezzo meccanico?
«Sono spesso in giro per lavoro, motivo per cui trascorro molto tempo con il mio team, cui ascrivo molti dei meriti dei miei successi. Nel tempo libero mi piace navigare su Internet. Mi piacciono anche Skype e Messanger, mentre non vado pazzo per i social network».
Hai mai paura di andare a 300 km/h?
«La velocità è l’essenza. Non ho mai paura di andare a 300km/h, per me anzi è quasi piacevole. Capisco che agli occhi di coloro che sono fuori dal nostro ambiente sembriamo dei folli, ma non è così. Noi piloti calcoliamo i rischi molto di più di quanto possa sembrare».
Che rapporto hai con la tua moto?
«È lo strumento con cui realizzo i miei sogni, è la mia compagna, quella che mi permette di sognare nel mondo dello sport. E devo trattarla bene perchè anche le moto hanno un’anima!».
Qui di seguito, invece, le dichiarazioni di Michel Fabrizio:
Michel, il motorismo romano ha profonde radici e campioni di prima grandezza: in una classifica ideale in che posizione metteresti Max Biaggi?
«Fra i campioni del motociclismo al numero 1, con 4 titoli mondiali in 250 e 1 in SBK non mi sembra ci siano dubbi. Anche andando indietro con il tempo non ne vedo molti altri. Mi impressiona la storia di Piero Taruffi (a cui è stato dedicato il circuito di Vallelunga; ndr) perché è stato il recordman della velocità a bordo di una moto che sarebbe stata una bara per molti e lui invece correva a 350 km/h. Ma parliamo di anni prima della guerra. Poi uno forte era Enrico Lorenzetti ma non ha mai raggiunto la fama degli altri».
È necessario avere sempre dei dualismi per far parlare i media e i tifosi? Prima si è parlato del dualismo Biaggi-Rossi, adesso di quello Biaggi-Fabrizio. Ma c'è realmente una rivalità tra di voi?
«È soprattutto la stampa che mette in piazza le normali discussioni di fine gara creandone dei casi. Ogni tanto fa gioco e ogni tanto ti fa rabbia perché ti mette uno contro l’altro a tua insaputa. Lo leggi il giorno dopo sui giornali senza che in realtà sia successo niente. Con Max certo, ci sono stati dei momenti di tensione e altri di normale amicizia. Vedremo quello che succederà quest’anno. Nessuno dei due ha intenzione di mollare o di cedere un centimetro all’altro. Ma non partiamo prevenuti».
Quanto influisce a livello psicologico un dualismo acceso? È un logorio o uno stimolo?
«Ci sono i piloti a cui un clima teso fa gioco. Tra Valentino e Max ha sicuramente favorito Valentino, meno suscettibile, con una stampa più favorevole e benevola, che ha spostato il tifo dalla sua parte. Sarei curioso di vedere Valentino in Superbike come se la cava ora che anche lui comincia a patire il logorio di una vita che non ti risparmia stress, cadute, sacrifici etc».
Max non sempre ha frasi incoraggianti nei confronti dei suoi avversari, con te come si comporta? In fondo siete tutti e due romani, romanisti, amanti del calcio…
«E basta. Con me Biaggi si comporta come con gli altri. E non vedo perché dovrebbe essere altrimenti. In pista abbiamo in comune solo la voglia e la determinazione per vincere e ognuno di noi la cerca al massimo delle proprie capacità. È normale che ogni tanto nascano delle discussioni quando l’adrenalina e la stanchezza tolgono il freno alle parole».
E tu come ti comporti con lui?
«Come con tutti gli altri. Non ci sono preferenze».
Anche se si dice che tu sia il suo erede naturale?
«L’eredità è un termine che non mi piace perché quando erediti non fai nulla per conquistarti quello che ti viene dato. Arriva dal cielo e non è questo il caso. Qui nessuno ti regala nulla. Siamo tutti avvelenati per vincere».
Se non vincessi tu il campionato quest'anno, chi vorresti lo vincesse?
«Se non lo vinco io non mi importa chi lo vinca. Posso dire chi sono i cinque favoriti: Biaggi, Haslam, Rea, Checa ed io, naturalmente».
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