Ducati: un anno in fumo

La crescita dei 4 cilindri e i problemi di Haga e Fabrizio
Ducati: un anno in fumo

15 giu 2010

A metà 2009 la Ducati era inarrestabile. Sette vittorie e cinque secondi posti nelle prime dodici gare, Haga in fuga con 88 punti di vantaggio su Spies. Poi sapete com’è andata: il giapponese ha mandato in fumo il titolo mondiale e quest’anno, invece del riscatto, è sprofondato in crisi. Al giro di boa del campionato il giapponese è quinto in classifica, lontanissimo dal battistrada Max Biaggi. Peggio ancora Michel Fabrizio: esattamente un anno fa era terzo e in corsa per il Mondiale, adesso è decimo. I piloti ufficiali in crisi sono stati spesso soverchiati dal privato Carlos Checa, che ha vinto l’apertura in Australia e dominato la scena negli Stati Uniti prima che la 1198 R del team Althea lo lasciasse per strada.

Malumori interni, polemiche affioranti, inspiegabili black out e, come se non bastasse, l’affidabilità a prova di bomba svanita improvvisamente nel deserto dello Utah. È un momento delicato per la regina della Superbike (28 titoli mondiali) e anche per il numero uno Ernesto Marinelli. Ingegnere modenese, 36 anni, in Ducati dal ’95, da quest’anno è responsabile della squadra, essendo subentrato a Davide Tardozzi. Gli interrogativi sono tanti, Marinelli non si è sottratto.Dopo sette round Haga ha fatto 130 punti in meno rispetto al 2009 (135 contro 265), Fabrizio 99 punti in meno (102 contro 201): perché questo rendimento così negativo di entrambi i piloti?

Sul numero di Motosprint in edicola, tutto sulla crisi Ducati, con i pareri di Ernesto Marinelli e Filippo Preziosi.


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