La tragica vicenda della piemontese, protagonista anche del CIVS
Scrivere questa rubrica non è sempre facile. O meglio, è semplice quando gli argomenti sono “leggeri” e divertenti. Un po’ meno quando la realtà ti sbatte in faccia la morte di una motociclista, pilota e appassionata, che ha perso la vita pochi giorni fa. Simona Castelli, quarantasettenne piemontese, ha avuto un incidente il 21 settembre, mentre si trovava in sella alla sua BMW: la donna, mentre stava percorrendo una strada in provincia di Torino, avrebbe avuto un frontale con un’auto ed è stata sbalzata oltre il guard-rail finendo giù da un viadotto. Una morte tremenda, inutili i soccorsi che sono intervenuti sul posto per cercare di salvarla.
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Mi sarebbe piaciuto poter scrivere di Simona quando era ancora in vita, di tutte le sue numerose attività motociclistiche che l’avevano portata anche a gareggiare, a partire dal 2021, nel CIVS, il Campionato Italiano di Velocità in Salita che si sa, è per motociclisti tosti. Un campionato che rientra nella categoria, se vogliamo mettere un’etichetta, delle Road Races, gare che si svolgono sulle strade, fuori città e non nei circuiti dove ci sono tutte le protezioni del caso. Nel 2023 aveva gareggiato nella categoria Crono Climber correndo anche contro il marito Raniero Giusti, anche lui pilota, mentre quest’anno aveva preso parte alla classe Super Open 600 correndo in sella alla Honda del team di Maurizio Bottalico. A metà settembre l’ultima gara alla quale aveva partecipato: si era svolta a Volterra e Simona era riuscita a chiudere al sedicesimo posto, in una classifica senza distinzioni tra uomini e donne.
Castelli, che dopo l’incidente ha avuto l’abbraccio (virtuale e non) di tantissime persone tra cui tante colleghe motocicliste, viveva a Castagneto Po e lavorava in una concessionaria di moto a Torino. Il rosa acceso spiccava sempre sulla carena della sua moto, che fosse la Honda con la quale correva, oppure la BMW con la quale ha incontrato la morte in un caldo sabato di settembre. Sulla strada è rimasto il peluche rosa che teneva in fondo alla sella, sul portapacchi.
Nel cuore delle tante persone che la conoscevano, invece, è rimasto il ricordo di una donna dal carattere forte, carismatico ma dolcissimo: “Eri come un uragano – scrivono su Facebook – qualunque cosa facessi aveva un che di cinematografico e vorrei che tutto questo fosse soltanto un film, ma purtroppo non lo è”. Ciao Guerriera.
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