In Ciociaria, tra misteri e tesori | Giri e Gare

In Ciociaria, tra misteri e tesori | Giri e Gare

Un viaggio tra le meraviglie di una terra ricca di storia e di angoli dalla bellezza incontaminata

15.07.2024 ( Aggiornata il 15.07.2024 11:25 )

Qualche settimana fa, in concomitanza con il Trofeo Centro Italia Trial a Gavignano, eravamo stati alla scoperta del borgo di Isola del Liri; ora, la tappa del CIVS del 7 luglio prevista proprio in questa pittoresca località laziale, ci ha offerto l’occasione di tornare in zona e proseguire l’esplorazione alla volta di altri gioielli poco noti della provincia di Frosinone. Autentiche meraviglie nel cuore della Ciociaria, come la misteriosa Certosa di Trisulti e il lago di Posta Fibreno. Si parte!

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Un itinerario in Ciociaria


Un ultimo sguardo all’affascinante cascata che salta fragorosa per 27 metri nel centro di Isola del Liri e si puntano le ruote in direzione Alatri. Racchiusa nelle imponenti mura ciclopiche, questa cittadina è in grado di catapultare il visitatore in un vorticoso viaggio nel tempo che, a partire dall’antica acropoli fortificata del VII sec a.C., attraversa i secoli con mirabili testimonianze. Si torna in sella. Percorso qualche chilometro a ritroso, si imbocca il bivio per Collepardo, piccolo centro noto per le particolari grotte soprannominate “dei Bambocci” a causa delle bizzarre forme assunte da stalattiti e stalagmiti.

Poco più avanti, ecco l’isolata Certosa di Trisulti immersa tra i boschi dei monti Ernici. Monumento nazionale fin dal lontano 1873, è un luogo quasi dimenticato, fuori dal mondo e dal tempo, che stupisce il visitatore con incredibili ricchezze e parti colari misteriosi: dalla biblioteca, con oltre 36.000 volumi (vi si può accedere soltanto per motivi di studio), alle suggestioni gotiche della chiesa di San Bartolomeo, passando per le bizzarre siepi del giardino, fino alla strabiliante farmacia, tra le più antiche d’Italia, con ambienti completamente affrescati, ricchi di simboli controversi. Un luogo dal fascino magnetico. Realizzata nel XVIII secolo, al suo interno i monaci preparavano unguenti e creme medicamentose, estratti, infusi, ve leni e droghe, che conservavano in vasi di vetro e terracotta maiolicata, ancora visibili nelle sale, arredate con mobili dell’epoca. Ma, soprattutto, mirabilmente affrescate.

Gli incanti della Ciociaria


Ed è qui che entra in scena Filippo Balbi, artista partenopeo dalla personalità complessa e misteriosa, a cui si devono le decorazioni della farmacia (pitture a olio su muro), realizzate nella seconda metà dell’Ottocento. Un insieme controverso di simboli, articolato in scene allegoriche e complesse, come quella che raffigura l’uomo egoista, oppure il pellicano con il becco pieno di pesce che non cede alla cicogna; e ancora, la clessidra alata in un cerchio, attorno alla quale sono disposti i nomi delle virtù umane con al centro la scritta: “Memini, volat irreparabile tempus” (“Ricorda, il tempo vola irreparabilmente”), fino al quadrato magico del Sator, un enigmatico palindromo formato da cinque parole di cinque lettere, che lette partendo da qualsiasi verso danno sempre la stessa formula: “Rotas Opera Tenet Arepo Sator”. Forse un riferimento alle pratiche alchemiche del luogo. Splendido, infine, sempre del Balbi, il ritratto a grandezza naturale di Fra’ Benedetto Ricciardi, suo amico e curatore della Spezieria fino al 1863, che rapisce per i sofisticati studi prospettici.

Terminata la visita, si lascia la Certosa e si prosegue piegando in picchiata verso l’Abbazia di Casamari, ennesimo gioiello di questo insospettabile angolo di Stivale. Dopodiché, doppiata Arce si prosegue lungo la bella strada che tocca Santopadre, le frazioni di Togna e Canalara, fino a raggiungere l’incantato lago di Posta Fibreno, con la particolare isola galleggiante (di cui parlava già Plinio il Vecchio, nella Naturalis historia), fenomeno unico in Europa.

Da qui, ancora pochi chilometri e si fa rientro a Isola del Liri.

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