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Il Trofeo Scooter Malossi ha offerto la possibilità di conoscere scorci inediti della Sicilia, tra parchi sconfinati e radici arabe
Diego D'Andrea
16 mag 2024
Nel Comune di Castelvetrano, in provincia di Trapani, a due passi dal mare, c’è il Circuito Internazionale di Triscina. Nel weekend del 4-5 maggio si è corso qui il Trofeo Scooter Malossi. Ma nel comune di Castelvetrano, in località Marinella, sorge anche il Parco Archeologico di Selinunte, che racconta la storia di un’antica città, tra le più ricche e fiorenti del bacino del Mediterraneo. E proprio questa è stata la perfetta tappa iniziale di un giro alla scoperta del territorio, tutto da gustare in occasione del Trofeo.
Il Parco, considerato il più grande d’Europa, non è soltanto un luogo unico, con templi e costruzioni che tolgono il fiato e riportano indietro nel tempo, ma anche uno scrigno di scorci indimenticabili. Gli scavi di Selinunte, infatti, occupano una posizione sublime, e in qualsiasi momento della giornata si possono godere panorami emozionanti, complice l’azzurro del mare che ne accarezza i confini.
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L’antica colonia - il cui nome ha origine dalle foglie d’apio, una specie di prezzemolo selvatico - venne fondata nel 650 a.C e cominciò a prosperare velocemente fino a diventare una minaccia per i territori confinanti. In particolare per Segesta. Lo scontro giunse presto, l’una, Selinunte, spalleggiata da Siracusa, l’altra, Segesta, sostenuta da Cartagine. La guerra, terminata a favore di Segesta e Cartagine, consegnò Selinunte ai punici. In epoca successiva passò ai Romani, e iniziò un lento e inesorabile declino. Tra i vari percorsi a disposizione dei visitatori, davvero affascinante è quello che parte dalla Collina Orientale, con i magnifici templi, e procede alla volta dell’Acropoli, per poi proseguire verso il Santuario della Malophoros, sulla Collina della Gàggera (il luogo sacro più antico dell’area) e giungere, infine, alla Collina della Manuzza, dove si possono osservare l’agorà e gli schemi urbanistici, ancora visibili.
A fine visita, ci si può poi concedere un suggestivo bagno nelle acque cristalline sotto l’Acropoli, dove un tempo si trovava l’antico porto del quale ancora oggi si può scorgere la struttura sul fondale. La tappa successiva è Mazara del Vallo, che si raggiunge velocemente dopo aver sfiorato Castelvetrano. Qui da non perdere è la Casbah, il centro storico che racconta le radici arabe della cittadina attraverso un labirinto di vicoli, stradine e piazze, dove le piccole moschee si mescolano a edifici storici, chiese e palazzi barocchi raccontando l’anima multietnica del luogo. All’interno del Museo del Satiro, si rimane incantati davanti al celebre Satiro Danzante, una statua di bronzo risalente al V secolo a.C. Chi ama le lunghe scogliere frastagliate apprezzerà il tratto di SP38 che da Mazara raggiunge la frazione di Torretta Granitola: un angolo segreto di Sicilia, un villaggio adagiato in una piccola baia, con una tonnara e un faro. Andateci ma… non raccontatelo troppo in giro, è un piccolo paradiso per pochi ed è bene che rimanga così.
Ultima tappa, sulla via del ritorno verso il circuito di Triscina, è la mitica Cava di Cusa. Le pietre con cui sono realizzati templi ed edifici dell’antica Selinunte provengono proprio da qui: venivano estratte e trasportate per chilometri con rudimentali strumenti trainati da animali. Entrando oggi nella Cava, è possibile individuare le fasi della lavorazione, dall’incisione dei blocchi al trasporto, come se tutto fosse rimasto fermo per secoli. Agli arabi era nota come Ramuxara, mentre oggi la si conosce con il nome del proprietario del terreno.
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