Tecnica: Giulio Cesare Carcano, dai militari alle corse

Tecnica: Giulio Cesare Carcano, dai militari alle corse

Milanese, ha legato il suo nome a quello della Moto Guzzi. La sua 500 otto cilindri è entrata nella leggenda come la V7 e le 350 monocilindriche, plurititolate negli anni '50

17.01.2023 ( Aggiornata il 17.01.2023 19:41 )

Dalle corse ai modelli di serie


Carcano però sondava tutte le possibilità, senza fissarsi su un solo schema. E infatti si era da tempo reso conto che in futuro sulla maggior parte dei circuiti la potenza avrebbe avuto un’importanza preponderante, in particolare nella classe regina. Occorreva disporre di più cavalli rispetto alle quadricilindriche Gilera e MV, senza avere una larghezza maggiore.

Per questa ragione per vincere anche nella classe 500 ha fatto ricorso a uno schema inedito, realizzando uno straordinario motore otto cilindri a V. Raffreddato ad acqua e dotato di distribuzione bialbero comandata da ingranaggi posti sul lato destro, questo autentico capolavoro di meccanica ha fatto la sua comparsa nel 1956. L’anno successivo è arrivato a erogare 72 CV alla ruota a poco più di 11.000 giri/ min. Tra le sue caratteristiche spiccavano il basamento a tunnel in lega di magnesio e le canne “umide” avvitate alle teste, che non erano amovibili dato che ciascuna di esse era in pezzo unico con la propria bancata dei cilindri. L’alesaggio era di 44 mm e la corsa di 41; le valvole erano inclinate di 58°.

Alla fine del 1957 la Guzzi ha abbandonato l’attività agonistica e Carcano si è dedicato, con entusiasmo assai minore, alla progettazione dei modelli di serie. A lui si deve lo Stornello 125, un robusto monocilindrico, apparso nel 1960, che è stato realizzato nelle versioni Turismo, Sport e Giulio Cesare Carcano fotografato attorno alla metà degli anni Novanta nella sua splendida casa di Mandello del Lario, che si affacciava direttamente sul lago.

In braccio ha uno dei suoi amati gatti. Regolarità. Il motore della versione base erogava 7 CV a 7200 giri/min, che salivano a 8,5 a 7500 nel modello Sport. Sempre a Carcano è dovuto un modello che ha aperto una nuova pagina nella storia della Guzzi per via dell’architettura del suo motore, con due cilindri disposti a V trasversale. Si trattava della V7, capostipite di una straordinaria stirpe di grandi moto.

Nel 1966, dopo aver abbandonato la Guzzi, Carcano si è dato alla progettazione di imbarcazioni da regata, attività che gli ha dato notevoli soddisfazioni. La sua abitazione, a Mandello del Lario, si affacciava direttamente sul lago ed era anche dotata di un punto di attracco per chi voleva raggiungerla in barca. Amava i gatti e a casa sua ce n’erano diversi. Uno, dotato di orecchie molto grandi e sporgenti, lo aveva chiamato Andreotti

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