Sul podio all'esordio a Laguna Seca: l'avventura a stelle e strisce di Rovelli

Filippo ha preso parte al weekend del MotoAmerica nella Twins Cup con una Yamaha R7, centrando il podio in Gara 2. Ecco cosa ci ha raccontato a riguardo in esclusiva

Sul podio all'esordio a Laguna Seca: l'avventura a stelle e strisce di Rovelli
© MotoAmerica

Il fine settimana di Laguna Seca del MotoAmerica ci ha fornito tante storie interessanti, tra cui spicca senza dubbio quella del ritorno alla vittoria da parte dell'eterno Jeremy McWilliams. Una di queste riguarda anche i colori italiani, visto che sul celebre circuito californiano ha gareggiato Filippo Rovelli, wild card nella Twins Cup in sella ad una Yamaha R7 del team ISO Racing al fianco di Dominic Doyle.

Il pilota italiano, impegnato quest'anno nel National Trophy 1000 ma dai trascorsi anche nel mondiale Supersport 300, si è messo immediatamente in mostra fin dalle prime prove occupando con costanza le posizioni di vertice, fino a salire sul podio in Gara 2, conclusa in seconda piazza alle spalle di Gus Rodio. Gli abbiamo chiesto di raccontarci questa bella avventura: ecco cosa ci ha detto in esclusiva.

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Rovelli: “Il paddock del MotoAmerica è diverso, ma ricco di passione”


E' nato tutto grazie a mio padre, che quando è venuto in America con la Moto2 (per seguire Manu Gonzalez, ndr) ha fatto da tramite per trovare l'accordo con il Westby Racing e il team ISO Racing, squadre che collaborano nel MotoAmerica, dandomi l'opportunità di gareggiare a Laguna Seca per la prima volta”, ha spiegato Filippo, chiaramente soddisfatto per i risultati ottenuti nel corso del fine settimana. “Sono molto contento perché è andata benissimo e mi sono trovato immediatamente a mio agio con il team e con la pista, pur essendomi dovuto adattare alle gomme Dunlop, ben diverse dalle Pirelli che utilizzo di solito”.

Salire sul podio è stata una bella emozione, ma ciò che più mi ha stupito è stato il calore del pubblico statunitense, molto coinvolto e presente in gran quantità all'interno del paddock”, prosegue Rovelli. “Un paddock che è del tutto diverso rispetto a quello a cui siamo abituati noi europei, visto che qui nel MotoAmerica i team ufficiali stanno tutti nelle tende ed è difficile trovare dei top team lavorare all'interno dei box”.

In ogni caso, il livello è alto e l'organizzazione è ottima, perciò non posso far altro che ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questa fantastica avventura su una delle piste più belle del mondo. E' stato un sogno che si è realizzato”, conclude il numero 27, diventato anche il primo pilota italiano (ed europeo) a sfiorare la vittoria nella categoria riservata alle bicilindriche. E chissà, magari non sarà l'unica esperienza a stelle e strisce per Filippo.

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