Storie. Mike the bike

Hailwood al Tourist Trophy. Uu ritorno clamoroso dopo tanti anni di inattività
Storie. Mike the bike

Pubblicato il 19 agosto 2014, 11:43

Il momento della verità arriva sempre. Non alla terribile staccata di Creg-ny-Baa, al culmine di un interminabile rettilineo in cui si toccano velocità da capogiro; non al Ballaugh Bridge, il ponte del diavolo che insacca il pilota con un salto da budelle in gola; e nemmeno alla Verandah, il curvone che costò la vita a Gilberto Parlotti. Ma davanti allo specchio del bagno, almeno lì, mentre si guardava in faccia radendosi la barba, Mike Hailwood se lo deve essere chiesto: perché? Perché rischiare un’altra volta la pelle correndo il Tourist Trophy a 39 anni suonati (era nato il 2 aprile 1940 a Oxford), 11 dopo l’ultima corsa in moto? In tasca nove titoli mondiali e un europeo di F2 in auto, uno dei pochissimi ad essere stato campione con le due e con le quattro ruote. Soldi? Mike ne aveva tanti prima ancora di correre, suo padre era un ricco commerciante di moto. Fama? Gli appassionati lo idolatravano già, “Mike the Bike” era un mito. Smania di dimostrare coraggio? Era stato insignito della George Medal, massima onorificenza britannica per atti di eroismo concessa a un civile, a seguito del salvataggio di Clay Regazzoni, intrappolato nella sua monoposto incendiata per un incidente nel GP Sudafrica F1 del 1973: in mezzo alle fiamme, Hailwood aveva sganciato le cinture di Regazzoni e lo aveva estratto, aveva preso fuoco a sua volta ed era riuscito a spegnere la tuta solo con l’aiuto di un pompiere. E quando, l’anno dopo, alla guida di una McLaren, aveva avuto l’incidente al Nurburgring in cui aveva riportato ferite alla gamba e al piede sinistro tali da costringerlo a lasciare le gare, era quarto nella classifica del mondiale F1. Cos’altro aveva da dimostrare? Ma sono domande senza senso quando la storia è ormai al punto di non ritorno, quando tutto è già organizzato, moto e meccanici. Soprattutto, quando stai facendo proprio quello che desideravi, per quanto pericoloso possa essere. In quel momento, lì davanti allo specchio di un albergo di Douglas, Isola di Man, Mike si sentiva felice. Il testo completo lo potete trovare su Motosprint in edicola da martedì 19 agosto

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