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Mirko Colombi
25 giu 2025
Ospite d'eccezione alla MotoGP del Mugello, Jacopo Cerutti ha presenziato allo stand Aprilia Racing, Marchio assieme al quale allungherà il ruolo di pilota ufficiale nelle competizioni Off Road, per un computo di successi importante, da elencaren, nella volontà di nutrirlo ulteriormente: "Titolo di Campione Italiano Motorally, due Africa Eco Race, la Hellas l’assoluta più la classe, due volte il Motorally Italiano più il terzo assolutoe la Baja Aragon, conquistata di recente". Il comasco, classe 1989, è ovviamente contento per l'accordo rinnovato: "Sono orgoglioso di rinnovare fino al 2027. Non vedo l'ora di fare nuove esperienze insieme, continuare lo sviluppo della moto e vincere il più possibile. Sono davvero orgoglioso di questo bel gruppo di lavoro, sia con il Team Guareschi che con tutta la famiglia Aprilia".
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La prima domanda per Jacopo è diretta: come è correre per Aprilia Racing?
“All’inizio provavo la responsabilità di essere all’altezza, perciò intenzionato a fare il massimo. Quando ho visto quanto andasse bene la moto, il senso di responsabilità è stato trasformato in orgoglio. Ero contento, e lo sono, di rappresentare il Marchio italiano, vincendo le gare. Voglio restituire all’Aprilia quanto datomi: desideravo essere un pilota ufficiale, ho quanto desideravo. I risultati ottenuti assieme mi gratificano parecchio”.
Sei un professionista, quanto tempo impieghi nel tuo lavoro di pilota?
"Mi impegno praticamente tutto l’anno, escludendo il periodo post Africa Eco Race, nel quale stacco completamente. Da metà gennaio a metà febbraio mi alleno un po’, tuttavia senza saltare in sella. Da inizio marzo in avanti, avendo anche solo una gara al mese, ho l’esigenza di mantenermi in piena forma. Oltre alle competizioni, può saltare fuori qualche test. In estate c’è una piccola pausa. Il programma è intenso, ma chiaro: niente di paragonabile alla MotoGP”.
Come è la Tuareg 660?
“Si guida benissimo. Sin dalla prima volta, mi resi conto quanto fosse e sia facile e maneggevole. Ero un po’ preoccupato: arrivando dalle monocilindriche, il bicilindrico era completamente da scoprire. Nel racing estremo, questa soluzione era poco diffusa. Temevo che il peso si sentisse eccessivamente, magari nelle prove desertiche. Avevo paura che la moto si potesse scomporre, invece, grazie anche al lavoro condiviso col team su sospensioni e assetti, la mia Aprilia mi infonde fiducia, ancor più di quanto ne sentissi con le specialistiche da Enduro”.
Svelaci qualcne dettaglio del lavoro col Team Guareschi.
"I Guareschi non erano esperti di Off Road, ma lo sono diventati in fretta. E, arrivando dalle competizioni su pista, sono abituati a precisione e metodo di lavoro visto solo nei team super ufficiali. Cerchi ruota sempre pronti, attenzione al consumo benzine. Una specie di metodo MotoGP nei Rally. Quell’aggiustamento di solo un millimetro, la squadra lo cerca. A me piace la moto cucita addosso, la precisione è riflessa sui risultati. Esempio: facciamo comparto sospensioni evoluto, per sollecitazioni estreme. Ci concentriamo sulle gomme racing attorno alla strumentazione alla navigazione, abbiamo realizzato il serbatoio carburante supplementare da 18 litri, per una portata totale di circa 36. Mi trovo bene sia umanamente, che tecnicamente. Massimo Rivola è stato bravo, affidando loro il team factory".
Segui l'Aprilia e i risultati della MotoGP?
“Certo, penso che la RS-GP viaggi davvero forte. Marco Bezzecchi ha già vinto a Silverstone, Lorenzo Savadori sta facendo un eccellente lavoro. Se torna Jorge Martin in forma, qualche bel risultato può subito farlo. Aprilia è un Marchio italiano da valorizzare, nelle squadre attraverso le quali compete si respira un clima di famiglia, legato a grande professionalità”.
Da Tuareg 660 a RS-GP: proveresti la MotoGP?
“L’ho chiesto. Ma ho precisato: ‘vorrei gomme facili da usare’ (ride). Ho girato a Misano, a bordo di RS 660, Tuono Mille, RSV4… è proprio un altro mondo l’asfalto, tra i cordoli si fa uno sport differente, rispetto ai Rally. La posizione di guida è diversa, l’aderenza offerta, tutto quanto. Ho faticato, all’inizio, poi ho trovato confidenza. Magari una bella prova sulla RS-GP ci starebbe, anche se non sfrutterei i freni in carbonio e e gomme così estreme. Ma ci proverei volentieri".
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