Prima pilota di motocross e poi meccanico; la passione per le ruote tassellate nasce presto in “Aldo”, come era soprannominato Iller, che con quel nome che tradiva le origini emiliane e altrettanto presto quella passione diventa lavoro, dedizione e passione che muovono l’uomo sulle piste di mezzo mondo, inseguendo un sogno iridato, prima con la TGM, poi con la Suzuki e la Yamaha, sempre assieme a Michele Rinaldi, prima pilota e poi team manager che lo ricorda come “un uomo che si dedicava con grande passione e dedizione al lavoro” Serio e di poche chiacchiere, badava alla sostanza più che al resto. 

Aldini con la TGM di Michele Rinaldi, secondo nel mondiale 125 del 1980

Dagli anni '70 attraverso 40 anni di storia del motocross

Presenza fissa nel paddock fino agli anni precedenti il covid, si era da tempo ritirato a vita privata. Con il campione parmense una lunga collaborazione, durata più di 20 anni “Lo avevo incontrato in TGM all’inizio della mia carriera perché era un loro dipendente e quando in Suzuki mi dissero che potevo portarmi un meccanico, proposi lui e con lui vincemmo il titolo del 1984. Abbiamo lavorato insieme a lungo, fino al 2001 con Yamaha, poi le nostre strade si sono separate ma è rimasto una parte importante della mia storia.” L’ultima parte della carriera accanto a un’altro Rinaldi, Gabriele, questa volta in veste di team manager con Giuseppe Tropepe, Ken De Dycker ed Emil Weckman. Il baffo nero, diventato con gli anni folto pizzetto, sempre più bianco, se n'è andato a 68 anni al termine di una lunga malattia lasciando un grande vuoto. Alla moglie Lorella, ai figli Elena e Marco le più sentite condoglianze della redazione di Motosprint.

Aldini a dx con Gabriele Rinaldi a sx, Nick Kouwenberg e un manager di Honda Europa