Ripercorriamo la lunga avventura che ha visto Cairoli e KTM conquistare 7 titoli iridati, 6 da pilota e 1 da team manager. Tutto ciò che questo binomio ha regalato al motocross
Il sodalizio tra i più fruttuosi in termini di risultati, della storia del motocross, inizia nell’estate del 2009, quando quasi inspiegabilmente Yamaha decide di lasciare a piedi Claudio De Carli e il suo team. L’offerta della casa di Iwata è solo per Tony che sta conquistando il suo primo titolo in MX1 proprio in sella ad una Yamaha e che a fine stagione dovrebbe spostarsi nella struttura gestita da Michele Rinaldi, De Carli è out. Ad Amsterdam, dove fa base Yamaha Europa, hanno però fatto male i loro calcoli; il rapporto De Carli/Cairoli è inossidabile e la fiducia reciproca che entrambi ripongono nell’altro è totale, così, insieme, decidono di affrontare un grande salto nel vuoto: accettare la proposta di KTM.
Un'immagine del primo photoshooting di Cairoli con la KTM, è l'inverno del 2010
Cairoli testa per la prima volta la moto austriaca, è il 450 di Maximilian Nagl, proprio il pilota che Tony ha battuto conquistando il mondiale. Quella bestia troppo potente, pesante e aggressiva non gli piace affatto, ragione per la quale si inizia a cercare in altre direzioni per dare al già tre volte iridato una moto che risponda meglio alle sue esigenze. Ecco come nasce l’idea di un 350 che possa essere competitivo in mezzo alle moto più grandi e potenti. Mezzo paddock ride al solo pensiero di un pilota che per quanto forte, si schiererà al cancello di partenza consapevole di avere 100cc in meno di capacità del motore rispetto ai suoi avversari e molta meno potenza a disposizione per partire davanti; Pit Beirer e Claudio De Carli restano convinti della loro scelta.
La prima vittoria con la KTM, Mantova, Aprile 2010, secondo GP della stagione, con lui Desalle e Nagl
Tony è il meno preoccupato di tutti, i test invernali sono andati bene, De Carli ha fatto un lavoro perfetto e in Austria hanno seguito alla lettera le indicazioni del pilota siciliano e del manager romano. Il 3 aprile il mondiale inizia a Sevlievo, in Bulgaria, Cairoli è terzo nella gara di qualifica, alle spalle di Nagl che continua col 450 e che ora è compagno di squadra del campione in carica sotto la tenda di De Carli. Il tedesco con la moto più potente parte in testa, Cairoli è fuori dai 10 e al termine dei 20 giri di gara è sesto. Qualche sorrisetto inizia a spuntare sul viso dei suoi rivali che non hanno ancora idea di cosa li aspetti. Al via della seconda manche Nagl è ancora primo ma questa volta Tony è terzo e nel giro di 10 passaggi prende il comando, regalando la prima vittoria parziale col 350 a KTM. Sul podio il siciliano è secondo alle spalle del compagno.
Le celebrazioni per la conquista del primo titolo con KTM, il quarto di Cairoli
Il secondo appuntamento stagionale è in programma a Mantova, la sabbia di fiume, pur non essendo quella di Lommel, piace tanto a Cairoli che è secondo in gara uno e primo nella seconda, vincendo il primo dei 43 Gran Premi che si aggiudicherà in sella ad una 350. Il quarto titolo, il primo dei sei che centrerà con KTM, arriva due GP prima della fine della stagione, a Campo Grande, in Brasile, lontano dall’Europa che festeggia il primo titolo conquistato da un costruttore del vecchio continente nella classe regina dal 1985, anno di nascita di Cairoli.
Un'immagine del photoshooting del 2011, la tabella rossa resterà lì fino al 2015
La decisione di tenere unito il gruppo di lavoro De Carli/Cairoli, si dimostrerà vincente e porterà alla conquista di altri cinque Campionati del Mondo della massima categoria. Fino al 2015 Tony sarà imbattibile e solo alcuni infortuni potranno frenare la sua corsa a diventare 10 o chissà quante altre volte Campione del Mondo. La sua scelta di passare in arancione, inoltre, regalerà a KTM non solo titoli ma anche sviluppo e successo sui mercati di tutto il mondo, aprendo al costruttore austriaco le porte del mercato nord americano, sul quale la 350 sarà la moto da cross più venduta per anni, riportando KTM a correre (e vincere) sulle piste del Supercross e del National, convincendo piloti come Ryan Dungey e manager come Roger De Coster a sposare la causa.
Il bacio del Campione, Jill, moglie di Cairoli festeggia col futuro marito il nono titolo ad Assen, è il 2017
Dopo 14 anni di lavoro insieme Cairoli lascia a KTM la bellezza di 65 Gran Premi vinti, 6 titoli di Campione del Mondo piloti, 5 dei quali conquistati con il 350, 9 titoli costruttori, 1 Nazioni nel 2021 e 1 titolo in MX2 con Andrea Adamo, nelle vesti di team manager del KTM RedBull Factory Racing. La scelta del siciliano di non rinnovare il contratto, annunciata ieri da KTM, con quella che a tutti gli effetti era diventata una seconda famiglia va ricercata nella volontà di Cairoli di continuare a salire in moto, contribuendo personalmente allo sviluppo della motto che scende in pista e chissà che non lo si riveda tra qualche tempo al cancello di partenza di una gara di Campionato Italiano o nelle vesti di wildcard, per guidare una nuova rivoluzione del motocross.
Il primo titolo regalato da Cairoli nelle vesti di team manager a KTM, quello di Adamo in MX2
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