Steve Holcombe: "In Honda-RedMoto per cercare nuovi stimoli"

L'intervista al nove volte iridato: "In questo 2024 voglio vincere E1 ed EnduroGP"

Steve Holcombe: "In Honda-RedMoto per cercare nuovi stimoli"

Dario AgratiDario Agrati

23 gen 2024

Steve Holcombe e Honda-RedMoto


Chi ha compiuto il primo passo verso di te? Egidio Motta, CEO di RedMoto, o il team manager Matteo Boffelli?

“In passato avevamo soltanto fatto due chiacchiere, non era il momento giusto per me. Boffelli mi ha contattato quando ha saputo che sarei stato libero per il 2024, e da lì siamo partiti nella trattativa”.

È stato difficile raggiungere un accordo con Honda-RedMoto?

“No, sia io che Boffelli e RedMoto abbiamo dovuto comprendere le rispettive attese. Avendo conquistato nove Mondiali, il mio obiettivo è continuare a vincere. Ma è anche il target di Boffelli, Egidio Motta e tutto lo staff di Honda-RedMoto. Sono anche contento di continuare con la maggior parte dei miei sponsor personali”.

Ti senti più motivato in sella a una Honda-RedMoto, che dovrebbe contare anche sul supporto dell’HRC?

“Certamente, anche perché, arrivando da un 2023 di grande successo, ho ancora più carica. Sarebbe bello avere il supporto HRC, è passato molto tempo dall’ultima occasione in cui hanno fatto parte di un programma nell’Enduro ed è bello vedere il numero 1 su una Honda”.

Stress e pressione crescono?

“No, essermi trovato subito a mio agio su una moto tutta nuova per me, e in così poco tempo, mi ha dato una grande iniezione di fiducia. Non vedo l’ora di iniziare il programma di allenamenti e test per essere pronto per la prima gara degli Assoluti d’Italia del 9-10 marzo”.

Sei preoccupato di fronte a una moto di cilindrata inferiore a quelle a cui eri abituato?

“No, perché sento di avere l’esperienza giusta per adattarmi alle cose nuove e poi mi piace la sfida. Non voglio essere presuntuoso, ma dopo aver vinto molti titoli non è facile trovare nuove motivazioni. Una moto e una squadra differenti rappresentano nuovi obiettivi”.

Sei fiducioso per la stagione che sta per iniziare?

“Sì, è un bonus in più salire sulla CRF 250 con il numero 1”.

Sei entusiasta di fronte alla possibilità di svolgere alcune settimane di test invernali in Sardegna e Sicilia, e poi sui vari tracciati di Enduro della Bergamasca e del nord Italia?

“Certamente, allenarmi con questa squadra è nuovo e motivante per me. L’organizzazione generale è stata fantastica e sarà importante condividere con gli altri piloti le differenti strategie e le scelte tecniche. C’è un ottimo programma di allenamenti con il team come pure per i test”.

È una necessità di fronte a quasi nove mesi di competizioni, una stagione lunga ed estenuante contro avversari insidiosi...

“Il calendario è buono, uno dei migliori degli ultimi anni. Non vedo l’ora di tornare nell’Europa orientale e soprattutto di correre in Galles. Mi piace anche il format degli Assoluti d’Italia con gare tutte di due giorni”.

Chi temi di più tra i tuoi rivali?

“So di poter essere più veloce degli altri. Nel 2024 i principali avversari dovrebbero essere Brad Freeman e Josep Garcia. Poi c’è Andrea Verona, che nel 2023 ha impiegato un po’ a trovare il giusto ritmo, ma alla fine è stato molto veloce. E Ruprecht e MacDonald hanno fame di rivincita dopo i rispettivi infortuni”.

Cosa pensi di Verona?

“Lo rispetto molto, sono stato felice quando ha vinto i titoli EnduroGP ed E1 nel 2022. Adoro vederlo guidare, ha un grande stile, e poi è un ragazzo fantastico, Solare, con cui è bello parlare. Vale pure per Garcia: sono amichevoli e rispettosi nei miei confronti”.

Qual è stato il momento chiave della stagione 2023 nella sfida con Verona agli Assoluti e nel contenere il recupero di Garcia in EnduroGP?

“Quando si analizza un 2023 come il mio, credo vadano sottolineate non tanto le vittorie e la velocità nelle speciali, ma soprattutto la costanza di risultati e la concretezza nel finale. Il momento chiave in EnduroGP è stata la vittoria in Svezia. Quello era il periodo dell’anno in cui dovevo fare un passo avanti e creare un divario sugli avversari. E lo stesso vale per la gara in Slovacchia. Verona è stato molto veloce e costante negli ultimi GP ma io sono stato bravo a togliergli punti a inizio campionato, gestendo poi il mio vantaggio nel finale. Garcia, dopo la Svezia, non aveva nulla da perdere, è sempre andato al 100% perché aveva l’obiettivo di inseguire. Ecco perché negli ultimi due GP ho dovuto correre più con la testa che con il gas. Ho amministrato bene la situazione e sono stato molto felice di vincere il mio ottavo e nono titolo nel Mondiale”.

Hai ricevuto qualche complimento inaspettato per i tuoi tre titoli vinti nel 2023?

“Sono rimasto colpito dal numero di messaggi di congratulazioni che ho ricevuto da piloti e meccanici del paddock. Sembrava che molte persone fossero sinceramente felici per me”.

Senti di essere stato il pilota della rinascita dell’Enduro inglese, movimento che la fa da padrone nel Mondiale?

“In realtà ho soltanto seguito le orme dei fratelli McCanney e di Jonny Walker. Sono arrivato al Mondiale nel 2015 con la fortuna di ricevere un po’ di aiuto da Jarno Boano, che ringrazierò sempre, perché mi ha permesso di mettermi in mostra nella Junior”.

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