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18 giu 2025 (Aggiornato alle 09:38)
Il Gran Premio d'Italia al Mugello è l'appuntamento di casa per tanti protagonisti del Motomondiale, ma per uno in particolare lo è nel senso letterale del termine. Guido Pini è infatti di Borgo San Lorenzo, a due passi dal tracciato toscano, e potrà contare sull'enorme supporto del proprio fan club. Per “I Drive Pines” sarà la prima volta tra i saliscendi mugellani da pilota del mondiale Moto3, ma proprio per questo si tratterà di un fine settimana speciale in cui punterà in alto dopo un inizio di stagione in costante crescita. Come ci ha spiegato lui stesso nella nostr intervista esclusiva, dopo un lungo inverno segnato da un brutto infortunio i risultati stanno finalmente arrivando e l'appuntamento tricolore potrebbe essere quello perfetto per compiere un ulteriore step.
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Per te il Mugello è il circuito di casa: che cosa si prova prima di affrontarlo per la prima volta da pilota del Motomondiale?
“E' un'emozione grandissima, perché si tratta di un sogno che diventa realtà. Correre al Mugello per me è sempre stato bellissimo, ma questa volta lo sarà ancora di più e arrivo al GP carico ed ottimista grazie ai weekend decisamente positivi vissuti prima di questo, ad eccezion fatta per quello di Aragòn che non è andato come previsto pur essendo stato veloce”.
Il tuo fan club sarà ovviamente lì a supportarti: sai già se verrà fatto qualcosa di speciale per l'occasione?
“Sicuramente sì, soprattutto perché so che i miei supporter sono un po' fuori di testa, nel senso buono del termine. Sono sempre presenti alla curva Luco-Poggio Secco e mi faranno sentire il loro calore come hanno fatto anche negli anni in cui non ero un pilota del mondiale. Però, per sicurezza gli ho detto di non esagerare...”.
Anche tu sfoggerai una grafica speciale?
“Non stravolgerò quella attuale, ma chiaramente farò qualcosa sul casco per celebrare un Gran Premio così importante. Al momento però non posso fare spoiler, sarà qualcosa di speciale”.
Arrivi al Mugello dopo un buon inizio di stagione: le prestazioni sono state in linea con le tue aspettative?
“L'inizio di stagione è stato buono, soprattutto considerando che durante l'inverno sono dovuto stare fermo per via di un brutto infortunio per quasi tutto il tempo non potendomi allenare come avrei voluto. Alla prima gara in Thailandia non ero pronto, ma dovevo conoscere il team e l'ambiente, perciò l'ho preso come un test e da lì la situazione ha iniziato a migliorare con una crescita continua delle mie prestazioni fino a Le Mans, in cui sono arrivato addirittura a giocarmi il podio. Posso quindi dire di essere abbastanza soddisfatto, anche se ovviamente c'è ancora del lavoro da fare per crescere ulteriormente”.
Hai anche corso su piste che non avevi mai visto prima: è difficile prendere le misure?
“Abbastanza, l'esempio lampante è Silverstone. Non ci avevo mai gareggiato ed è un circuito molto difficile da imparare nel giro di pochi turni essendo molto lungo ed estremamente largo, ma anche lì sono riuscito a farmi valere. L'ultimo GP ad Aragòn invece non è andato come avrei voluto, perché sono partito bene nelle prime prove ma poi una caduta ha rallentato il tutto. In gara abbiamo scelto la gomma sbagliata finendo un po' indietro, ma eravamo più veloci di quanto non dica il risultato finale”.
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