Snipers Team: obiettivi multipli per i Cecchini nel 2025

Mirko e la squadra Honda per tornare protagonisti in Moto3, con l'inedita e promettente avventura in MotoE: i mirini sono già puntati

Snipers Team: obiettivi multipli per i Cecchini nel 2025

Mirko ColombiMirko Colombi

9 gen 2025 (Aggiornato il 10 gen 2025 alle 10:57)

Calca - e "ricalca", come dice egli stesso - i paddock iridati da anni, percorrendo le orme di papà Giancarlo, dapprima fonte di ispirazione, poi guida & collega per viaggi in lungo e in largo nel Motomondiale. Mirko Cecchini, pesarese classe 1971, è un professionista che ha dato e sta dando la vita alle due ruote, nel vero senso letterale: "Ero un ragazzino" parte il racconto del manager Snipers Team  "andavo via anche da giovanissimo. Poi, una volta finito il servizio militare, ho cominciato ininterrottamente dal 1992. Pensa, da quell’anno non perdo una gara. Sono arrivato a 53 primavere, forse è meglio che rimanga un po’ a casa (ride)”.

Motomondiale Made in Pesaro: dalla Benelli al presente

Sarete a conoscenza dell'impresa realizzata da Kelvin Carruthers, che nel 1968 si aggiudicò la corona della prestigiosa classe 250 Grand Prix, condividendo il trionfo assieme al marchio Benelli. Mirko ancora doveva vedere la luce, ma ci pensava babbo Giancarlo a far girare il nome di famiglia: “Mio padre e un collega lavoravano in azienda per preparare la moto" le parole di Cecchini junior "poi partivano col furgone. Dal giorno alla notte papà operava in Benelli, occupandosi di ogni particolare utile alle gare da affrontare di volta in volta. Lui e il collaboratore guidavano ore e ore per arrivare in circuito, quella era un’altra vita”.

Più avanti, lo stile On The Road chiamò anche te.

“Ah, sicuro, come ho spiegato prima. Fui coinvolto da Giancarlo, che mai mi forzò, ma questo mondo mi ha sempre attirato. C’è da dire che, seppur magnifico, il Mondiale non è tutto ora che luccica, infatti ci si deve impegnare parecchio per rimanerci e figurare ai vertici dei campionati in cui si partecipa. A me piace tantissimo, l'ho sempre fatto con grossa motivazione. Essermi specializzato in questa ‘cosa’, chiamiamola così, vale tantissimo nel sistema. Ammetto che fuori dalle corse e dalle moto dovrei reinventarmi”.

Le gioie si mescolano ai sacrifici.

"Eccome! Ne potrei elencare di infiniti esempi... Con moglie figli, rimanere lontano da casa per intere settimane, ricoprendo trasferte triple, diventa pesante. Ma, ripeto: la passione muove la mia vita, è ogni giorno ha sempre qualche aspetto inedito".

Cominciasti quando i tuoi coetanei ancora andavano a scuola.

Ero un meccanico, mettevo le mani sulle Honda di Gabriele Debbia ed Ezio Gianola. Vincemmo dei Gran Premi, fu bello. Quando arrivò l’acquisizione dati, misi la testa su grafici e numeri. Ho seguito l’evoluzione del due tempi e relativo abbandono, continuando con l’approdo dei quattro tempi all’epoca moderna”.

Hai ereditato un mestiere, insomma.

“Diciamo. Mio padre smise nel 2019, mentre io ho sempre gestito la sezione tecnica. Il Mondiale è cambiato: una volta si lavorava più a casa che in circuito: era un banco prova perenne. Adesso ci si impegna di più in pista, forse oggi è maggiormente stressante. Fare la differenza adesso è dura, perché i propulsori sono sigillati. Il ristretto campo di azione rende complicata la vita, semmai si interviene sui particolari”.

Chissà quanti aneddoti riservi sui piloti schierati.

I piloti? Ne ho visti passare parecchi. Nel passato contavi 5 professionisti, allenati di tutto punto e concentrati. Gli altri, per così dire, partecipavano. Il presente offre atleti veri e propri, il panorama attuale è imparagonabile. Vincere oggi ha un valore più alto: le moto si equivalgono, i corridori sono estremamente preparati. Per stare davanti bisogna fare qualcosa di meglio”.

Snipers, tiratori scelti specializzati

Tra i molteplici collezionati, è opportuno domandare a Mirko quali momenti favoriti raffiorino, così, a bruciapelo: "La stagione con Romano Fenati nel 2017 e l'annata assieme a Tony Arbolino nel 2020. In entrambe le sfide abbiamo avvicinata e addirittura sfiorato il titolo mondiale, arrivando secondi. Quando si sta davanti è bello. Complicato, ma bello (ride). Contrariamente, se si gravita nelle posizioni arretrate, è faticoso coinvolgere gli sponsor. Ma noi siamo sempre emersi, e lo faremo nuovamente”.

Siete tiratori scelti di precisione

“Siamo sempre stati abituati a lavorare coi giovani, ponendo i piloti nelle migliori condizioni possibili. Abbiamo visto che, nel giusto ambiente, chi deve dare gas ne giova. Forse siamo visti come una squadra famigliare, perché il clima è amichevole e di unione”.

Come reputi la vostra ultima stagione iridata?

Il 2024 è andato sotto alle aspettative. Nelle battute di inizio anno ci siamo resi conto di quanto fosse il gap sofferto dalla Honda nei confronti della KTM. Grosso. La Casa austriaca si è presentata con la moto nuova, la giapponese ha portato un paio di particolari inediti, e basta. Potevamo fare di più sia con Matteo Bertelle che assieme David Almansa. Di gara in gara la differenza tra Honda e KTM è stata assottigliata, ma volevamo di meglio. Siamo dispiaciuti, perché avremmo voluto ottenere risultati all’altezza delle nostre aspettative. Noi ragioniamo così: si fa bene o meno bene, tutti assieme. Il punto focale è la squadra”.

Cecchini tra presente e futuro: arriva anche la MotoE

Cecchini è un lavoratore compassato, misura parole e situazioni. Mirko sa che il 2025 sia importante e dalle mille aperture: "In primis, vogliamo ricreare la nostra posizione, contando su esperienza e capacità valide a riprenderci gli ordini di arrivo importanti. I nuovi piloti detengono le nostre medesime qualità ed esigenze. I bravi Nicola Carraro e Riccardo Rossi, come noi e a modo a loro, arrivano da un 2024 complicato. Volevamo ragazzi affamati di riscatto, li abbiamo presi. Noi vogliamo tornare ad alto livello, i piloti nuovi pure. Credo che la scelta sia perfetta, infatti, non vediamo l’ora di scendere in pista con le evoluzioni portate dalla Honda. Come andremo? Aspettiamo almeno i test, poi stiliamo una sorta di previsione. Al momento posso dire questo: l’intenzione è di ribaltare completamente il difficile trend dei tempi recenti”.

A proposito di novità: ne avete in serbo una... elettrizzante.

"Saremo coinvolti anche nella MotoE, un progetto interessante. Ho avuto il piacere di guardare diverse gare della classe elettrica, trovandole divertenti e di facile fruizione. Ecco il motivo per cui abbiamo Nicholas Spinelli, profilo che ha già vinto e che potrebbe ripetersi volte e volte. Al suo fianco correrà l’ungherese Tibor Erik Varga, che sarà seguito con attenzione nel Gran Premio di casa. LA MotoE attira investitori che sostengono i progetti ‘green’, ai quali anche noi crediamo. La Ducati V21L è una bella moto e, per affrontare la stagione, abbiamo allestito un organico ad hoc".

A microfoni spenti parlavi pure di un vivaio da alimentare.

"Esatto, terremo d'occhio la Moto4 e  l'ETC, nella collaborazione con una struttura che già funzione. Vorremmo creare filiera di giovanissimi talenti, rimanendo legati a Honda. Abbiamo visto che i ragazzi arrivano talmente preparati, ai quali manca però la sinergia coi team. Invece, formandoli dalle categorie propedeutiche previa medesima struttura, si ha più certezza di un percorso costruttivo e continuativo”.

Ora te lo chiediamo: Snipers Team, perché questo nome?

“Onestamente, mica mi ricordo bene (ride). No dai, a parte gli scherzi. E' stato un modo simpatico per internazionalizzare il nome del team manager, me medesimo. Usando l'inglese. Perciò, dal cognome 'Cecchini', viene fuori Snipers. Devo dire che l'idea stia funzionando benissimo, siamo conosciuti ovunque".

 

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