Filippo Farioli, una prima parte di stagione complicata

Figlio e nipote d’arte, alla sua prima stagione nel mondiale Moto3 il pilota bergamasco sta pagando un po’ di esperienza soprattutto nel confronto con il compagno di box leader di campionato

Filippo Farioli, una prima parte di stagione complicata
© Luca Gorini

Soli due punti conquistati in questo inizio di campionato per Filippo Farioli, frutto del quattordicesimo posto di Jerez unica gara dove il pilota del team RedBull Tech3 è riuscito a centrare la top15. Difficile dare la sufficienza a questa prima metà di stagione anche se il bergamasco ha fatto vedere a sprazzi di quel talento che ha fatto puntare su di lui RedBull ed il team francese.

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Tanto lavoro il solitaria

Filippo Farioli arriva da una famiglia da sempre legata al marchio austriaco, per gli amanti del fuoristrada quel cognome infatti non è assolutamente nuovo nel mondo KTM. Papà e nonno fuoristradisti d'hoc tra cross e enduro, nonché tra i principali rivenditori della casa austriaca, il destino di Filippo che non ha seguito la tradizione familiare nel fuoristrada ma si è dedicato alla velocità non poteva che essere approdare al mondiale con la casa di Mattighofen. Dopo una stagione nella RedBull Rookies Cup e due nel JuniorGP è arrivata la chiamata nel mondiale. Un’occasione meritata anche frutto del terzo posto finale nella scorsa stagione del Mondiale Junior.

Approdato nel mondiale, Filippo si è trovato però come compagno di squadra Daniel Holgado, che alla sua seconda stagione nel motomondiale sembra lanciato verso il titolo iridato. Se è vero che il primo rivale è sempre il compagno di box, per Farioli il paragone è veramente complicato. Ciò nonostante come detto nonostante in gara i risultati fino ad ora hanno mostrato grandi miglioramenti, Filippo nelle prove anche grazie ad un metodo di lavoro diverso rispetto a quello che molti piloti della Moto3 seguono ha fatto vedere di poter avere margini di miglioramento notevoli. Il bergamasco ha infatti spesso chiuso il venerdì in top10 o comunque molto vicino all’accesso diretto al Q2 del sabato pomeriggio. Farioli gira spesso da solo, senza sfruttare scie o trenini, questo è sicuramente formativo per il suo futuro ma purtroppo in una categoria dove la scia permette di recuperare, a seconda dai circuiti, fino ad un secondo diventa un gap difficile da ricucire. L’esperienza maturata quest’anno però potrà sicuramente tornargli utile in futuro, magari già in questa seconda parte di stagione dove si correrà spesso fuori dall’Europa su piste che lui e tutti gli altri rookie non hanno riferimenti. Purtroppo, Filippo, in queste prime gare mondiali ha raccolto solo due punti, frutto di qualche errore di troppo, soprattutto in qualifica che ne hanno poi pregiudicato il risultato in gara. Il bergamasco come detto ha davanti a se ancora una metà stagione dove potrà mostrare tutto il suo talento.

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