Moto2, chi si rivede: Vietti e Arbolino hanno ritrovato la competitività

Al Sachsenring, i due piloti italiani hanno brillato in gara lottando per le posizioni da podio. Una buona base da cui ripartire dopo la pausa estiva

Moto2, chi si rivede: Vietti e Arbolino hanno ritrovato la competitività
© Luca Gorini

Inutile girarci attorno: la prima parte di stagione è stata decisamente avara di soddisfazioni per i colori italiani in Moto2. Durante l'inverno, con Celestino Vietti approdato ad un team pluricampione del mondo (nonché campione in carica) come il Red Bull KTM Ajo e Tony Arbolino reduce da un ottimo 2023 con i colori del team Marc VDS, le aspettative erano alte in vista del 2024 nella classe intermedia, ma i grandi risultati hanno tardato ad arrivare.

Tra l'arrivo delle gomme Pirelli e la maggior competitività delle moto con telaio Boscoscuro rispetto alle Kalex di cui dispongono i due top rider tricolori della classe intermedia, entrambi hanno faticato ad occupare posizioni di rilievo. Almeno fino al weekend del Sachsenring, dove finalmente si è vista quella luce in fondo al tunnel che potrebbe far ben sperare per la seconda parte di stagione che inizierà ad agosto con il Gran Premio di Silverstone.

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Vietti e Arbolino: a quando il ritorno sul podio?


Per quanto riguarda Celestino Vietti (il quale sembra ormai prossimo all'approdo in Italtrans per il 2025), non si può parlare di stagione negativa in senso assoluto visto che, ad eccezion fatta per l'assenza in Francia per infortunio e per il ritiro di Barcellona, ha sempre chiuso le gare nelle prime dieci posizioni, ma come già detto, correre per un team come Ajo significa dover puntare al top ad ogni uscita in pista. Al Sachsenring il podio è sfumato per un soffio e la Top 5 sta quasi stretta al 22enne piemontese, il quale si sta però avvicinando sempre di più alla vetta della classifica.

Più altalenante ma comunque simile anche la situazione di Tony Arbolino, che dopo un inizio estremamente difficile ha cominciato a trovare la quadra a partire dal GP di Jerez, centrando la Top 10 in tutti i successivi Gran Premi a parte quello di casa del Mugello. Sia ad Assen che al Sachsenring si è affacciato alle prime posizioni, grazie anche ad un approccio più tranquillo (come confermato dal capotecnico Lucio Nicastro in diverse occasioni), e i risultati sembrano dargli finalmente ragione. Ora, però, la domanda è lecita: quanto occorrerà aspettare prima di (ri)vedere sul podio i top rider italiani della classe intermedia?

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