Fuori in 60 secondi! Non è solo il titolo di un film ma la bizzarra procedura di “
Quick Restart” - prevista da quest’anno dal regolamento della
Moto2 – che ha caratterizzato il Gran Premio d’Italia del
Mugello 2016. Alla fine a vincere è stato il campione in carica
Johann Zarco, dopo un duello all’ultimo sangue con
Lorenzo Baldassarri, che nell’ultimo giro non è riuscito a trovare il sorpasso decisivo.
Al terzo posto si è piazzato, dopo un bel combattimento con
Thomas Luthi, il
poleman Sam Lowes che ha guadagnato punti decisivi su Sam Rines e si è portato in testa alla classifica. Questo è quello che è successo dopo la ripartenza, causata dalla moto di
Xavi Vierge che ha abbattuto gli air fence, quando il quintetto di testa era composto da Lowes, Luthi, Nagakami, Baldassari e Rins.
A questo punto è stata esposta la bandiera rossa, al giro numero cinque, per permettere il ripristino della protezione. Fin qui tutto normale, poi il teatro dell’assurdo. Il problema è che il Quick Restart prevede un minuto esatto per uscire dalla pit lane (per andare a compiere il giro di formazione) da quando il semaforo diventa verde. Un tempo molto ridotto, visto che per percorrerla tutta servono almeno 20 secondi.
Quindi, i
team e i
piloti devono essere pronti e reattivi, ma alcuni – Corsi,
Nakagami, Pons, Simeon, Simon, Rins e Wilariot – non lo sono stati, anche perché le comunicazioni dalla direzione gara sono arrivate con troppo poco anticipo. Così, al momento di ripartire dopo la
sospensione della gara, si è creato un curioso paradosso.
Questi piloti non sono stati abbastanza veloci a entrare in pista e la procedura della ri-partenza è stata annullata e nuovamente riavviata. Si tratta di procedure, d’accordo, ma è mancata la chiarezza di informazioni tra direzione gara e team, con un curioso “balletto” di moto che entravano e uscivano dalla griglia alla pit lane, accompagnate dai commissari di gara.
Insomma, per essere veloci, alla fine si è perso più tempo e anziché gli undici giri rimanenti previsti, ne sono stati percorsi ancora meno, cioè dieci. Tutto questo senza contare il ritardo sul programma e l’incertezza sullo stato delle moto, con le temperature dei motori che andavano alle stelle mentre quella delle gomme scendeva troppo. Un vero peccato, perché lo spettacolo ne ha risentito e qualcuno è stato penalizzato (Nakagami su tutti) senza aver fatto nulla di male.