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Mirko Colombi
11 ago 2025 (Aggiornato il 12 ago 2025 alle 08:38)
Ventidue pari. Il già eguagliato record di 22 vittorie consecutive nella classe MotoGP era stato firmato dalla Ducati, intenzionata arrivare a 23 e di conseguenza superare la Honda nel Gran Premio Francia. Quel successo mancato “casomai, rimandato” nulla toglie ai valori della Casa di Borgo Panigale, rappresentata tecnicamente da Gigi Dall’Igna.
L’Ingegnere degli Ingegneri è comunque contento della striscia positiva di risultati, a rispecchiare la propria indole professionale e sportiva: “A me piace vincere” sottolinea “sono qui per questo, e ancora ci rimarrò. Chiaro, si vorrebbe sempre di più. Ed è un bene presentarsi alle corse con un atteggiamento ambizioso e positivo. Quando le cose vanno bene, tutto sembra facile, ma non lo è affatto. Ecco perché ho un motto: a me piace vincere, mica stravincere. Stravincere rende antipatici, e non credo che noi risultiamo tali a media, pubblico e addetti ai lavori”.
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Dall'Igna: antipatici noi? Macché
Tutt’altro che antipatici, ma il rischio che possiate stravincere, rimane. Con un team del genere…
“Lo ammetto: questo è il team Ducati più stellare di sempre, configurato da due talenti quali Marc Marquez e Pecco Bagnaia. Io stesso ci ho definito ‘Dream Team’, ricordate. È una squadra che conta 11 campionati del mondo, Ducati mai ne aveva avuti così tanto”.
Tenere a bada due plurititolati, è molto impegnativo?”
“Nella mia lunga esperienza, per quanto riguarda l’impegno del nostro forte due, direi che i piloti non si stiano dimostrando particolarmente impegnativi. Marc e Pecco sono intelligenti, ben sanno dove spingersi, oppure fermarsi. Il nostro team è di alto livello, ma non impegnativo. A oggi la condizione è la seguente, domani chissà”.
In classifica siete primi con Marquez, terzi con Pecco. Come valuti il bilancio stagionale?
“Se mi definissi soddisfatto, mentirei. In questo sport mai si è soddisfatti, forse nemmeno quando si sono raggiunti gli obiettivi prefissati. Da qui alla fine del mondiale la strada è ancora lunga, però posso rispondere: siamo partiti molto bene con una parte del team, mentre l’altra parte del team è perfettibile, nonostante i risultati comparati alla passata stagione dicano di interessanti miglioramenti evidenziati. Stiamo lavorando per dare a entrambi i nostri piloti le maggiori possibilità possibile, ovviamente nell’ottica di poterci giocare il mondiale con entrambi”.
Se potessi conquistare un titolo a testa tra Marc e Pecco, cosa faresti?
“Ad esempio, un mondiale quest’anno per Marquez, e l’anno prossimo a Pecco? Accetterei subito, indipendentemente dall’ordine cronologico. Come spiego sempre, i due nomi vantano della medesima attenzione e dello stesso pacchetto tecnico”.
Si dice che Marc e Pecco si aiutino poco e niente in pista. Lo trovi vero o semplici coincidenze?
“Nessuna coincidenza, è normale. A meno che non ci siano situazioni particolari, difficilmente due compagni di squadra si aiutano. Se uno ricopre la prima posizione e l’altro la seconda, magari, una strategia di aiuto è contemplabile. Ma se entrambi partono alla pari, pensando di vincere il mondiale, è complicato sperare di vederne aiuti reciproci. Tutto ciò è normale e umano”.
Cosa rispondi a chi sostiene che, affiancando Marquez a Bagnaia, vi siate un po’ complicati la vita?
“Io non devo mettere in piedi cose facili. Io devo provare a far vincere Ducati il campionato del mondo, obiettivo difficile da ottenere. Devo fare tutto quanto serva alla soddisfazione dell’obiettivo, arrivando al traguardo. Per arrivarci, faccio ogni cosa utile alla causa. Questo ho fatto, questo faccio e questo farò, anche in futuro”.
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