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8 lug 2025
Il paddock del Motomondiale è ricco di storie incredibili: quella di Lucio Cecchinello è senza dubbio una di queste. Nonostante abbia disputato dieci stagioni da pilota nel mondiale 125, Lucio è arrivato nel paddock come pilota a 24 anni dopo aver lavorato come meccanico in diversi team tra campionati nazionali e internazionali. Una carriera iniziata nel 1986 – a 16 anni - come meccanico nel Trofeo Honda NS 125 F, senza immaginare che di lì a pochi anni sarebbe diventato dapprima pilota, poi Team Manager del motomondiale e che quasi 40 anni più tardi sarebbe salito sul gradino più alto del podio di Le Mans.
Con la sua squadra, Cecchinello ha fatto debuttare in MotoGP un certo Casey Stoner. LCR Racing ha conquistato 37 successi nel motomondiale tra 125, 250, MotoE e MotoGP, l’ultimo - solo poche settimane fa – nella top class, sul circuito Bugatti grazie al beniamino del pubblico di casa Johann Zarco. Quello del francese non è però l’unico successo in questi ultimi anni in MotoGP per il Team LCR Racing, a cui vanno aggiunti quelli di Alex Rins ad Austin nel 2023 e i tre di Cal Crutchlow tra il 2016 e il 2018. Nel round di Silverstone, quello successivo alla vittoria di Zarco e dove il pilota francese è salito nuovamente sul podio è arrivato anche l’annuncio della nomina a Presidente dell’IRTA (International Road-Racing Teams Association), succedendo nell’incarico a Hervé Poncharal. Un ruolo chiave da mediatore tra i team e le Case impegnati nel motomondiale, la FIM e da poco anche con Liberty Media che ha rilevato i diritti della MotoGP da Dorna Sports.
Gli ultimi due successi Honda nel motomondiale – gli unici nell’era post Marc Marquez – sono entrambi firmati dalla tuo team, dev’essere motivo di grande orgoglio.
"È una bella soddisfazione e credo sia il risultato di un lavoro costante, certosino e a uno staff tecnico storico. La MotoGP di oggi è veramente competitiva e talvolta la differenza si può fare con dei piccoli dettagli o con delle strategie che riesci a mettere a punto solo con una squadra con la quale hai grande storicità e sintonia di lavoro. Quando ci sono state le opportunità, siamo riusciti a fare la zampata."
L’ultimo successo a Le Mans con Johann Zarco, a casa sua e con la sua famiglia al box. Puoi raccontarci come hai vissuto e cosa hai provato in quei momenti?
"È stata probabilmente la vittoria da team manager più emozionante. Il pubblico francese era tutto per Johann. Gli altri successi li abbiamo ottenuti in paesi diversi da quello di origine del pilota. Vincere in Francia, dopo 71 anni senza un successo francese nella top class, davanti ad oltre 100mila spettatori – 297.471 gli spettatori nell’arco dei tre giorni, dato record per la MotoGP – che cantavano l’inno nazionale sotto il podio… se devo dire la verità mi viene ancora la pelle d’oca a pensarci. Ero sul gradino più alto accanto a Johann con il trofeo in mano, guardavo tutta questa folla immensa che cantava ed ho pensato: “Ma guarda te dove sono finito, limavo i cilindri del motorino Benelli ed ora sono sul podio di Le Mans. Guarda il potere dei sogni dove ti porta”.
Il prossimo anno festeggerai 30 anni di LCR Racing (31 marzo 1996 la prima gara in 125 a Shah Alam, la stessa gara in cui debuttò anche Valentino Rossi), una squadra che di fatto hai fondato per correre in prima persona e ti ha portato su quello storico podio. Immaginavi che sarebbe potuto accadere tutto questo?
"Onestamente non pensavo di arrivare fino alla classe regina. Quando ho deciso di fare il team avevo un paio di meccanici, un furgone e una cassa. Oggi la squadra conta 63 persone con 50 casse che si muovono per il mondo. Abbiamo due moto in MotoGP e altrettante in MotoE. Questo risultato però, non è dovuto solamente al sottoscritto o ai piloti eccezionali che abbiamo avuto in questi quasi 30 anni, ma è frutto del lavoro di tanti validi ingeneri, meccanici, persone, incluso il cuoco dell’Hospitality."
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