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"Peccato, con due giri in più avrei potuto prendere anche Alex. Questo podio lo metto al pari della prima vittoria in MotoGP, è stata una emozione pazzesca." dice il pilota romano dopo il terzo posto sul tracciato toscano
Marco Pezzoni
22 giu 2025
Primo podio in carriera in MotoGP al Mugello per Fabio Di Giannantonio grazie ad un grande sorpasso alla Casanova-Savelli al penultimo giro su Bagnaia. Fabio nella seconda parte di gara ha girato come Marquez ma, come sempre, gli manca un po’ la qualifica.
“È un sogno – esordisce Di Giannantonio a Sky – vincere è un’altra cosa, però fare il podio al Mugello in MotoGP davanti a tutti i fan, con Rossi nel box, nel team di Valentino e con Cremonini con noi, con questa livrea speciale, sono quelle cose quando sei piccolo guardi i grandi come Valentino che lo faceva pensando 'pensa che spettacolo con tutta la gente', oggi l’ho vissuto. Questo podio lo metto al pari della prima vittoria in MotoGP, è stata una emozione pazzesca.”
Parlando dei sorpassi aggiunge: “Dovevo essere molto preciso perché ero lontano, con tutti in realtà. Quando si è così lontani e si perde 1 secondo a fare un sorpasso è tempo buttato. Quando passi, guadagni una posizione ma, in termini di recupero, perdi tempo, dovevo essere molto preciso e calcolare tutto. Quando mancavano 7-8 giri pensavo di non riuscire a prendere Pecco ma negli ultimi 5 giri gli recuperavo 3 decimi al giro e lo vedevo sempre più vicino e non era preciso lui. Lui è sempre molto forte in frenata e oggi anche se non era a posto era comunque molto forte in frenata e io ero un po’ al limite; quindi, ho dovuto calcolare il punto dove era più 'campo neutro'. Poi passare alla Casanova-Savelli è bellissimo, ho fatto un sorpasso da paura. Ho voluto unire l’utile al dilettevole e abbiamo fatto questo grande podio.”
All’ultimo giro Fabio è arrivato molto vicino ad Alex Marquez per strappargli il secondo posto ma lo spagnolo si è difeso bene conservando la posizione dietro al fratello. “Peccato perché con due giri in più avrei potuto prendere Alex ma va benissimo così. Come al solito, poi, non mi faccio mai gli affari miei e dico sempre le cose in faccia a tutti. Però a fine gara ero molto veloce, all’ultimo giro ci ho creduto perché magari sbaglia e io mi butto dentro e invece è stato bravo.”
Nello scrum poi aggiunge: “Mi sono tenuto del margine per tutta la gara, soprattutto nelle curve a sinistra perché sapevo che il consumo da quel lato era basso e tutti quanti usavano tanto la sinistra perché c’era un basso consumo, il davanti l’ho tenuto come nuovo e quelli erano i punti dove guadagnavo tanto a Pecco ed Alex all’ultimo giro. Se ci fossero stati due giri in più avrei potuto riprendere Alex ma la vera chiave per poterlo riprendere era partire più avanti.”
Parlando delle problematiche di Bagnaia dice: “Pecco è molto forte in frenata ed è dove riesce a fare la differenza nel time attack, è sempre stato un riferimento. Quando perde la frenata poi fa fatica a fare le cose che gli vengono facili da fare per andare forte, soprattutto quando non si sente a posto col davanti fino a fine gara lo si può attaccare in altre aree.”
Nonostante il test di Aragon non sia andato come sperava a livello di tempi sul giro, Diggia ha preso il buono di quella giornata e portato al Mugello in termini di feeling con la sua GP25 in ottica proprio della gara. “Mi sento molto meglio, sono tornato a giocare con la moto, riesco a gestire meglio le gomme ed il ritmo. Al test abbiamo lavorato bene, adesso dobbiamo continuare a lavorare bene e capire cosa serve in ogni circuito per andare forte.”
Poi aggiunge a Sky: “Sicuramente le curve un po’ più scorrevoli sono nelle mie corde, sono state sempre un mio punto di forza; invece, le curve stop&go tipo Austria faccio un pelo più di fatica, sono il mio tallone d’Achille.”
Sulle problematiche della GP25 dice: “Non è tanto una questione di GP25, con la 25 abbiamo faticato un po’ perché davanti è molto particolare, soprattutto nelle ultime gare si muoveva tanto e non dava una stabilità tale da mettere il corpo come volevamo. In MotoGP si deve fare tutto perfetto per andare forte. Dal test di Aragon, nonostante i tempi non fossero fantastici, abbiamo ritrovato quelle sensazioni, le abbiamo portate al Mugello e confermate. Penso che quando si ha una base così si possa lavorare per tenerla sempre, che è quello che fanno i grandi.”
Poi aggiunge: “Siamo partiti quest’anno cercando di lottare per il podio tutte le domeniche, abbiamo la stessa moto di Marc e Pecco, il nostro obiettivo è quello di lottare con loro. L’inizio è stato un po’ travagliato tra gli infortuni ed il feeling che è mancato per 3-4 gare, adesso stiamo tornando ad avere una bella fiducia con la moto ma sono convinto che quando saremo a posto ci saranno delle occasioni per divertirci. Quando sono a questo livello voglio mettermi a confronto con i migliori e fare una gara come hanno fatto quelli davanti che si sono dati battaglia che ci aiuta a crescere e migliorare.”
Parlando delle mappature dice: “Ci sono tre opzioni e quindi tre armi nelle tre fasi di gara. Mugello è una pista molto particolare, Pecco ha vinto tante gare non cambiando mai la mappa, facendo sempre la gara in mappa A. In gara ho provato a cambiare le mappe ma andavo peggio quindi tornavo alla mappa A e sono riuscito a tenerla per tutta la gara.”
Infine, sui fischi a Marquez dice: “Il nostro sport è veramente bello, è bello che ci siano anche delle “fazioni” ma mi piacerebbe tantissimo che il nostro tifo sia come quello ad esempio dell’NBA. Sono andato a vedere alcune partite e alcuni derby, ho visto due persone in tribuna nel derby sentitissimo che si scambiavano le patatine, magari erano non conoscenti e si godevano lo spettacolo facendo il tifo per la propria squadra ed insultando in maniera positiva la squadra rivale.”
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