I titoli MotoGP della Ducati portano una firma comune che spesso resta lontana dai riflettori, ma che rappresenta una costante determinante: Cristian Gabarrini, attuale capotecnico di Pecco Bagnaia, fu lo stesso uomo al fianco di Casey Stoner nell’epico trionfo del 2007. Un titolo storico, inaspettato, che aprì le porte al mito dell’australiano e alla leggendaria Desmosedici. Ma dopo quel successo arrivò un lungo digiuno, interrotto solo quindici anni più tardi proprio da Bagnaia, che ha poi concesso il bis nel 2023. In mezzo, altre avventure di Gabarrini, tra cui il titolo mondiale 2011 con Casey Stoner in Honda e il suo ritorno in rosso come riferimento tecnico di Jorge Lorenzo. Intervistato da Crash.net, il tecnico italiano ha messo a confronto i tre piloti, evidenziando similitudini e pregi.
"Bagnaia è l’opposto di Stoner, ma è molto simile a Lorenzo in termini di stile di guida, approccio alla velocità ed etica del lavoro. Lo stile di Pecco è simile a quello di Jorge, anzi è un’evoluzione. È fluido, composto, con movimenti minimi". Gabarrini ha attribuito al campione di Chivasso un importante merito: "Bagnaia è stato il primo a portare davvero l’alta velocità in curva sulla Ducati, in un’epoca in cui la moto non era esattamente nota per la sua agilità. Il modo in cui affronta i problemi e lavora è molto simile a quello di Lorenzo".
Stoner, secondo Gabarrini, rappresentava un'altra modalità d'approccio: "Era più istintivo in tutto, è questa la grande differenza tra loro". Infine, il capotecnico italiano ha raccontato il suo personale metodo di lavoro con tutti questi campioni: "Ho sempre puntato sulla massima trasparenza e onestà con i piloti: mai nascondere le cose, mai mentire, mai addolcire la realtà. È un approccio che ha sempre funzionato con tutti. Si tratta di costruire fiducia e di far capire al pilota che può contare su di me e su ogni singolo membro del team. Questo non significa che non commettiamo errori. Li commettiamo, eccome. Ma lo facciamo con fiducia reciproca".
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