Se l'è trovato sotto la ruota anteriore della sua Desmosedici, senza avere tempo né spazio per evitarlo. Fabio Di Giannantonio ha investito involontariamente Jorge Martin, cadutogli di fronte e uscito con le ossa rotte dal Gran Premio MotoGP del Qatar. Il romano VR46, incolpevole e shockato, ha commentato: "Era davanti a me, un po' largo. Volevo superarlo, ero vicino a lui, ma è caduto: una volta a terra, l'ho toccato. Non potevo andare da nessuna parte, peraltro a circa 200 chilometri orari".
Angel Piqueras, bis stagionale in Moto3 a Lusail
Fabio si è spaventato, mai come prima in carriera: "La scena più brutta della mia vita, avevo la pelle d'oca.. Spingevo, ma pensavo a lui. Mi sono fermato davanti al suo box, sincerandomi delle sue condizioni. Volevo sapere dal team Aprilia se Jorge stesse bene. Guardando i mega schermi, ho visto che era okay. Forse per questo motivo non è stata esposta la bandiera rossa".
Di Giannantonio esplora la parentesi rischi e fatalità: "Questo è uno degli sport più pericolosi al mondo e noi siamo esseri umani. Ma conspavoli di ciò che facciamo. In realtà, noi piloti mai prendiamo in considerazione la morte o la possibilità di infortunio: parliamo di pensieri lontani. Ma, con moto da 200 chili e a 200 orari, può succedere di tutto. La mia vittoria di oggi? Sapere che Jorge Martin stia bene".
Infine, l'episodio innescato da Alex Marquez, che ha buttato fuori il numero 49: "Molto pericoloso, i rischi presi dà chi da sportellate e da chi le riceve. La sua manovra mi ha messo in pericolo, sono stato fortunato a non cadere. Se fossi caduto, non mi sarei ritrovato a parlare coi giornalisti, ma al centro medico per controlli. Mi ha colpito duramente, Io ho perso un saccdo di punti, lui è arrivato settimo: il Long Lap Penalty è una è piccola punizione, dovrebbero esserci sanzioni più severe".
Link copiato