L'intervista esclusiva al responsabile settore Moto: "La sfida della top class è difficile ma non ci spaventa, anche se nel 2027 si affiancherà alla Formula 1."
Road to MotoGP. Così si chiama la strada che dalle categorie propedeutiche porta al massimo dei massimi iridati. È il cammino disegnato per i piloti, ma lo sta percorrendo la stessa Pirelli, macinando chilometri con gomme sempre più performanti, sicure e affidabili. Il cammino porterà alla classe regina edizione 2027, rivoluzionaria negli aspetti tecnici e regolamentari (con mezzi da 850 di cilindrata, l’aerodinamica rivista e l’addio agli abbassatori), alla quale Giorgio Barbier vuole arrivare preparato. «Parliamo di un percorso lunghissimo» racconta il responsabile sui campi di gara della Casa milanese, come se riavvolgesse il nastro. «È scattato da lontano con grandissimo impegno, fino all’ottenimento della fornitura per la massima serie a due ruote. Sono contento, per me e ovviamente per la Pirelli: avere la MotoGP rappresenta un traguardo professionale ma anche un nuovo punto di partenza.
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Quando è cominciato, esattamente, il percorso di avvicinamento alla classe regina?
«In realtà la partenza non ha avuto un momento preciso. In questo mondo, a volte, si aprono delle finestre, e ci si chiede sempre: ci buttiamo dentro o ci butteranno fuori? Ma non puoi mai saperlo, perciò è giusto cogliere occasioni, opportunità e momenti particolari, semplicemente provandoci».
In azienda quali reazioni si sono registrate?
«Partiamo da un presupposto: la consapevolezza nata con la Superbike nel 2004, e divenuta sempre più alta nel tempo, ha poi portato allo scorso anno. L’iniezione di fiducia figlia dei progetti Moto2 e Moto3 ha aiutato tantissimo e, una volta che ci siamo ritrovati davanti all’opportunità di equipaggiare anche la MotoGP, abbiamo capito quanto l’opportunità fosse concretizzabile. Questi percorsi hanno bisogno di mesi per essere assimilati, ma l’entusiasmo provato in azienda è molto importante, lo si respira e vede».
Il tempo stringe, giusto?
«Giustissimo. Le Case, i team, i piloti sono coinvolti nell’attuale campionato 2025, importantissimo, come lo saranno nel 2026, ultima stagione contraddistinta dalle 1000 di cilindrata e da caratteristiche tecniche che verranno riviste, modificate o rimosse. Il tempo da dedicare al progetto completamente nuovo non è infinito, e ci sono limiti anche in termini di risorse e possibilità: basti pensare che i piloti ufficiali non potranno provare. Questi ostacoli sono già in fase di valutazione insieme a Dorna, MSMA e IRTA, cioè Promoter, Case e team. Dobbiamo capire quando e come dovremo lavorare, per la Pirelli è fondamentale cominciare il prima possibile».
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