Nove titoli, un amore per il suo lavoro smisurato, il pesarese racconta il suo passato e il suo presente, e il pensiero va anche a Marco Simoncelli
Nel 1996 Valentino Rossi, un ragazzino all’epoca, debuttava in 125. Nel 2021, invece, il Dottore si ritirava ufficialmente dalle corse. In mezzo anni di grandi imprese, successi straordinarie, sfide all’ultimo millimetro e tanto spettacolo. Intervistato dal Corriere della Sera Rossi ha raccontato: “La mattina mi sveglio, mi accorgo di essere tutto di un pezzo, sano e salvo, e sono contento. Il merito va alla fortuna, ma anche all’attenzione che metti per preservare il tuo corpo, per ragionare. Ricordo un sacco di attimi precisi, un sorpasso preparato e riuscito, l’intenzione di una mossa senza sapere se ne verrai fuori, l’istante che innesca un incidente”.
Di momenti ne ha vissuti tantissimi Rossi, e uno nello specifico è quello in cui ha provato la vera paura: “In Austria, 2020, la moto di Morbidelli che vola, passa sopra il mio casco come un enorme proiettile impazzito. È stato il momento più pericoloso della mia carriera. Un incidente che ha accelerato la decisone di smettere con le moto perché era fuori dal mio controllo. Poi, quando mi sono rotto la gamba al Mugello nel 2010. Mai provato un dolore così, l’osso fuori dalla pelle, la sensazione che una parte del tuo corpo è staccata dal resto”.
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