L'intervista al tre volte iridato, in cui ha analizzato la situazione attuale della classe regina: dall'Aprilia alla KTM, passando per Pedro Acosta
Christian Caramia
25 giu 2024
Tre mondiali conquistati, 328 GP disputati, 29 vinti: dall’alto della sua esperienza, Loris Capirossi è la persona giusta per analizzare la situazione attuale e futura della MotoGP, che sta vivendo una delle stagioni più interessanti – sia in pista che fuori – degli ultimi anni.
Abbiamo intercettato Capirex nel paddock del Dunlop CIV al Mugello, dove il #65 era ospite del Team Maurer, struttura impegnata nel trofeo Aprilia RS660, uno dei monomarca propedeutici alla futura Sportbike. “La mia carriera è iniziata qui, nel Campionato Italiano Velocità, e tornare in un paddock dove ho ritrovato amici ed ex colleghi è sempre un’emozione – le prime impressioni di Loris – ci sono tanti giovani promettenti e interessanti, vederli in azione è sempre bello. E a proposito dell’Aprilia RS660, devo dire che è una moto bella e interessante da guidare. Nel panorama italiano mancava un trofeo del genere, consente ai piloti di confrontarsi a parità di mezzo e fa emergere chi ha più talento. Ho utilizzato la RS660 nell’Aprilia All Stars, in equipaggio con Miguel Oliveira, vincendo la gara. Mi sono confrontato con piloti MotoGP in attività, è stato bello ed emozionante”.
A proposito di MotoGP: cosa pensi di quanto visto in questa prima metà stagione?
“La Ducati sta facendo la voce grossa, un po’ come accaduto nelle ultime annate, ma le altre Case europee – Aprilia, KTM – sono davvero vicine. C’è grande equilibrio, e questo dà vita a gare combattute, con distacchi davvero ridotti e tanti vincitori diversi”.
Ecco appunto, l’Aprilia. La Casa di Noale, prima con Martin e poi Bezzecchi, ha dimostrato di essersi mossa molto bene per sfidare la Ducati nel 2025.
“Certamente l’Aprilia ha fatto scelte di assoluto livello. Prendere Jorge è un stato grande colpo: è l’attuale leader della MotoGP, si tratta di un passo in avanti importante per poter puntare al titolo”.
La Ducati ha puntato invece sul dream team Bagnaia-Marquez. È la scelta corretta? La Rossa riuscirà a gestire la loro convivenza nel box?
“Marc e Pecco sono due grandissimi campioni, entrambi molto intelligenti e con due modi di essere differenti. Sono convinto che gestire due piloti di questo livello nello stesso box non sarà semplice, ma sarà dovere di Ducati farlo e sono convinto che lo faranno nella maniera migliore. È stata una scelta coraggiosa ma corretta: hanno già un pilota al top come Pecco, però prendendo Marquez hanno avuto l'occasione di mettersi in casa i due piloti più forti che ci sono adesso”.
Ti piace di più questa MotoGP o quella della tua epoca?
“A questa MotoGP non manca nulla, anzi, è capace di offrire scenari diversi weekend per weekend. Sono semplicemente epoche diverse”.
C’è un pilota del presente in cui ti rivedi?
“Ogni pilota ha una personalità differente. Io ero uno che non si tirava mai indietro, mettendoci tanto cuore e coraggio. Pedro Acosta è uno che non molla mai, ma anche in questo caso fare paragoni tra epoche diverse è un esercizio complicato”.
Ultima domanda: chi vincerà il Mondiale MotoGP?
“Bella domanda. Non saprei sbilanciarmi, ma credo che il campionato rimarrà aperto per un bel po’”.
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