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Ducati, "primadonna" MotoGP conquistata solo da Bagnaia

La Desmosedici, "femme fatale" della classe regina, è corteggiata, desiderata e condotta da tanti, ma solo Pecco ne ha tratto il pieno potenziale. Anche Bastianini l'ha portata al successo, ma la Gresini è una GP21

Ducati, "primadonna" MotoGP conquistata solo da Bagnaia
© Luca Gorini

Mirko ColombiMirko Colombi

23 ago 2022

Contiamo 8 Ducati nella MotoGP attuale, un terzo esatto nel computo totale di moto iscritte in pianta stabile al campionato 2022. Oltre alla Casa di Borgo Panigale, abbiamo in griglia oggi Aprilia, Yamaha, Suzuki, Honda e KTM. Il marchio veneto schiera 2 piloti, altrettanti Suzuki, i restanti contingenti 4 ciascuno. 

E, rimanendo fuori dall'ambito bolognese, chiunque non guidi una Desmosedici, lo farebbe volentieri. C'è chi lo ammette candidamente, chi invece lo nega spudoratamente, chi ancora spera di riuscirci presto. Perché, piaccia o no il concetto in fase di descrizione, la Rossa è la Rossa, una vera Ferrari a due ruote. Che la si ami o si odi, mai rimarrà indiferrente.

Ducati, primadonna della MotoGP

Quando una rappresentante del Gentil Sesso è abituata bene, dura è chiederne la mano, figuriamoci ottenerla. E' una questione di ego, in aggiunta al marketing: se una donna sa di piacere, innalza la propria selettività - non è detto che sia una scelta consapevole - "scartando" gli individui poco interessanti, "cedendo" solo ai meglio quotati.

E, quando una motocicletta va forte, salgono i relativi valori di appetibilità, nonché di vendibilità: chi vorrebbe acquisire un modello costantemente in fondo alle classifiche mondiali? Pochi, forse nessuno anzi, coloro vogliano spendere poco. Eh no, la "femme fatale" costa, ma vi ripaga con prestazioni da raccontare ai nipotini.

Ducati è quanto qui sopra. Bella, affascinante, prestigiosa, ambita. Invidiata. Impegnativa, certo, ma soddisfacente. Chissà come sarà bello uscirci, magari solo per una foto condivisa. Oh, sarebbe meglio farci un vero giro di pista, così da capire che carattere abbia. Correrci una intera stagione? Magari, ma bisogna dare tanto a chi vale tanto.

Pecco e la Desmosedici (ufficiale): coppia perfetta della MotoGP

Abbiamo detto che i corridori dotati di Desmosedici siano 8, eccoli elencati: Fabio Di Giannantonio, Enea Bastianini, Luca Marini, Marco Bezzecchi, Jorge Martin, Johann Zarco, Jack Miller e Pecco Bagnaia. Eccellente. Dal duo Gresini alla formazione VR46, passando da Pramac a Lenovo ufficiale.

Solo uno, davvero, ha conquistato la donna più desiderata del paddock. E' il numero 63, vittorioso domenica scorsa, per un computo di 5 affermazioni d'annata. La sensazione è che lo score verrà ulteriormente nutrito, nella conferma dell'idea iniziale divenuta realtà: GoFree e la Desmosedici rappresentano la coppia pefetta della MotoGP.

Errori qua e là a parte, quando il piemontese è in palla e concentrato, nessuno può arrestarne la marcia. Osando, diremmo che sia lui il pilota più forte dello schieramento, probabilmente Pecco pecca (ops) di costanza, ma a manetta non invidia nemmeno Fabio Quartararo. Il francese, invece, invidia la Ducati dell'italiano. Lo riconosca o meno, è così.

Bastianini, Cavalier Indipendente meritevole di promozione

D'accordo, Bagnaia è il più forte, forse è dotato della moto migliore. Però, all'appello restano 7 Desmosedici, cosa vogliamo dire di esse? Ecco, Jack Miller ha fatto bene in Austria, cogliendo il quinto podio stagionale. Joahnn Zarco e Jorge Martin si sono difesi egregiamente, chi meglio chi peggio, ma hanno figurato da protagonisti.

Bravo Luca Marini, quarto e miglior risultato per lui. Marco Bezzecchi e Fabio Di Giannantonio, ancora una volta a punti iridati. Chi manca? Enea Bastianini, proprio lui. Il romagnolo è uscito "danneggiato" dal Red Bull Ring, tracciato da prima pole position nella classe regina per lui e, senza incovenienti accessori, un ulteriore posto in alto della classifica finale.

Posto ottenuto tre volte dal Qatar all'Austria, per successi dal doppio valore: portare alla vittora una Desmosedici è missione compiuta esclusivamente da Bagnaia, rimanendo in ambiti ufficiali. Diversamente, la Gresini della Bestia è indipendente, neppure satellite, un passo sotto. La GP21 del numero 23 ha messo tutti in riga tre volte, gli altri ducatisti sono rimasti a guardare. Pensandoci bene, il riminese meriterebbe una promozione all'altezzo di tal signficato.

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