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Zarco, occasione persa per il titolo MotoGP?

Johann sarà il "quarto incomodo" nella lotta tra Quartararo, Espargarò e Bagnaia, il silenzioso francese è definitavamente sceso dal treno giusto? Della top five, il francese è l'unico a cui ancora manca il successo di tappa

Zarco, occasione persa per il titolo MotoGP?
© Luca Gorini

Mirko ColombiMirko Colombi

10 ago 2022

L'occasione era quella giusta, sebbene non l'avrebbe dipinto ladro. Anzi, qualora avesse vinto il Gran Premio MotoGP di Silverstone, Johann Zarco avrebbe davvero meritato di festeggiare il primo successo di carriera in top class. La piccola impresa personale - mai sino a oggi realizzata - lo avrebbe anche tenuto in corsa al titolo finale. 

Poche cadute, ma decisive


Johann casca di rado tuttavia nei momenti meno indicati. Soffermandoci al 2022 in atto, troviamo però tre "zero" pesanti: risultato nullo in Argentina, nessun punto raccolto a Jerez, niente da fare in Gran Bretagna (dove è andato giù anche nelle prove libere). Se ricordate la gara disputata domenica, il numero 5 si trovava leader parziale, prima di stendersi e abbandonare la contesa.

Peccato. Sembra che nei momenti in cui si debbano gestire stress e pressioni, lui ceda. Sembra, perché i quattro eccellenti podi già calcati dicono come egli abbia le carte in regola per figurare da protagonista. Al gradino più alto, manca ancora qualcosa. Quel qualcosa è piccolo, ma pesantissimo.

Si trovava terzo in classifica a predere la trasferta inglese, insidioso verso Fabio Quartararo e Aleix Esparagarò, con tanto di miglior ducatista del lotto. A weekend concluso, invece, eccolo quinto, superato dalle Desmosedici GP22 e GP21 di Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini. La punta del forte Pramac Racing ha perso chance di sorriso e due posizioni.

Back Flip, lo rivedremo?


Le affermazioni siglate dal nativo di Cannes, se ricordate, erano celebrate dalla pericolosa ma spettacolare capriola all'indietro, difficile già di suo da completare a corpo libero, vera evoluzione ginnica se vestiti da tuta, stivali, guanti, casco e paraschiena.

Provateci voi, e fateci sapere. Dal canto suo, a seguito della pole position marcata a Silverstone, le parole che leggete: "Sono stato considerato poco e niente nella valenza del titolo mondiale, poiché non ancora arrivato al successo di tappa. Quando mi sbloccherò, probabilmente, la situazione cambierà".

Zarco ha ragione. Critici, tuttologi, benpensanti e giornalisti si affidano a un solo e inequivocabil concetto: conta chi arriva primo, il resto è noia. Oppure, andrebbero bene costanti piazzamenti, d'accordo. Gli "zero" non vanno bene quando si eccelle, figuratevi quando non si eccelle. I vari El Diablo, Aleix, Pecco e la Bestia sono pronti a scappare, lui rimarrà sul treno dei più veloci? Da notare come in questa lista di nomi, tutti abbiamo vinto almeno una volta nel 2022.

Gradino più alto come la piramide di Cheope


Tornando ai tempi degli antichi faraoni, la costruzione in loro onore delle magnifiche piramidi, oggetto sì di culto, contestualmente simbolo di potenza e opulenza. Gettate le basi e realizzati i vari piani, il tutto veniva completato con la posa del gradino finale.

Facile, direte voi, è l'ultima pietra, ma chiedetelo a Cheope, sovrano egizio della Quarta Dinastia. Testimonianze attendibili spiegano come solo i migliori, anzi, il migliore potesse e possa arrivare a un dito dal cielo, previo sofferenze, fede e disciplina. Altrimenti, giù da basso, tra la plebe.

Johann non è plebe, tutt'altro: il francese è pilota tecnico, sensibile, preparato e vincente: due i titoli della Middle Class al suo attivo, roba per pochi eletti. Allo stesso tempo, il silenzioso e affascinante trentaduenne manca nella battuta finale, quella che lo eleggerebbe a completezza, perlomeno in termini di soddisfazione personale. Quando troverà l'equilibrio fatale?

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