Toprak Razgatlioglu ha provato - finalmente - cosa significhi guidare una MotoGP. il turco lo ha fatto ad Aragòn, pista che lo ha visto girare per circa una mezza giornata, niente di più. Sufficiente o poco per capire quale sia il potenziale di un prototipo, comparandone prestazioni con la derivata di serie R1? Questo lo dirà lui appena lo intervisteremo, nel frattempo a voi il seguente quesito.

Toprak è pilota da MotoGP?

Secca la domanda: lo è oppure no? Direte: dipende. Sì, ma da cosa? Se pensiamo al suo stile di guida, nella capacità innata di trovare presto e il limite massimo di una qualsiasi due ruote, diciamo "sì", Razga è da MotoGP. Però, dobbiamo precisare come una MotoGP abbia, appunto, connotazioni da primadonna a cui dare del "lei", a volte del "voi". Balle tutte le storie riguardanti elettronica, aiuti troppo invadenti e facilità di utilizzo. Anche perchè, chi lo afferma, gira a minimo 10 secondi e più dai professionisti. La MotoGP è per pochi già quando la si porta a spasso, figuratevi se si prova a spingere. 

Sicché, il campione in carica SBK come potrebbe trovarsi a bordo di una MotoGP? Bene, male? Forse - ma è una teoria - dovrebbe un attimo "pulire" le sue movenze in sella, dato che la rigidezza del telaio e la richiesta precisione di traiettorie e linee rappresentano ingrediente fondamentale per strappare tempi sul giro buoni. 

E poi, l'ambiente: Vero è che in SBK il clima sia famigliare, se paragonato al paddock cugino. Ma non è che in MotoGP ci si ritrovi in chiesa o nell'esercito, anzi, possiamo assicurare quanto - oggi come non mai - ci sia bisogno di personaggi spontanei ed esplosivi. Quindi, per noi Toprak sarebbe perfetto, sebbene il verdetto finale spetti al diretto interessato.

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Gli avversari come lo "accoglierebbero"?

Esattamente come fanno con tutti gli altri, indipendentemente da nazionalità e campionato di provenienza. I piloti della MotoGP sono talmente indaffarati sulle proprie cose, quasi da "tralasciare" chi arriva o chi parte. A meno che il nuovo innesto entri nello stesso garage di cui si difendono i colori.

Ecco, proviamo a immaginare un Razga messo nel team Monster Energy Yamaha. Compagno di box, un certo Fabio Quartararo. Il francese girerebbe la testa dalla parte opposta (di solito El Diablo siede nella parte di sinisrra rispetto alla veduta frontale della saracinesca) per vedere usi e costumi dell'originale turco proveniente da altri lidi? No, magari sì, di certo l'esotica presenza non gli starebbe indifferente. 

Come non rimarrebbe indifferente al resto della griglia, parlando di azioni della pista. Se Razgatlioglu passerà da SBK a MotoGP, lo farà per un solo scopo: vincere. Altrimenti, rimarrà "di là", bello "tranquillo" e già conoscitore del posto in cui corre da professionista. 

Razga e Sofuoglu: entrambi verranno in MotoGP?

Certamente. Kenan è manager e papà putativo di Toprak, perciò lo vedrem(m)o in MotoGP come è presente oggi in SBK. Comunque, Sofuoglu in MotoGP appare spesso, per seguire uno dei suoi adepti: Deniz Oncu, titolare in Moto3 con KTM Tech3.

Quindi, l'asse ottomano si sposterebbe quasi tutto in blocco, con relativi interessi, disinteressi, logiche di mercato e curiosità accessorie. Tra cui: un vincente in SBK potrebbe esserlo pure in MotoGP? Avremo un tappa iridata in Turchia o, perchè no, in ulteriori Paesi di ceppo musulmano? Toprak andrà forte come ha fatto nelle derivate di serie?

Insomma, ancor prima di un eventuale trasferimento, se parla, eccome. Adesso dovremo vedere quanto avrà voglia il venticinquenne di Alanya: vado o no? D'accordo, abbiamo capito il desiderio di garantirsi moto, team e trattamento Factory; qualcuno sarà disposto a concedergli tutto questo? A proposito, senza alcun dubbio Carlos Checa include Razga tra i profili ideali alla classe regina.