Cose di Case: l'importanza delle quote ciclistiche

Le altezze di avantreno e retrotreno possono stravolgere la guidabilità di una MotoGP ormai sofisticatissima

Cose di Case: l'importanza delle quote ciclistiche

Riccardo PiergentiliRiccardo Piergentili

17 mag 2021

In molti avranno notato che in MotoGP, ormai da alcune stagioni, l’attenzione degli ingegneri è stata catturata dall’aerodinamica e dai sistemi che permettono di modificare l’altezza del retrotreno (e, ultimamente, anche dell’avantreno), inizialmente utilizzati per migliorare le prestazioni di accelerazione, in partenza, ma attualmente usati anche prima delle staccate e durante la fase di accelerazione. 

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L'importanza dell'holeshot


Non è informazione nota ma posso dirvi che, almeno per quanto riguarda la Ducati, durante il giro, l’holeshot può essere “prenotato” dal pilota prima della curva, che, quindi, può essere affrontata mantenendo alto il livello della concentrazione. Tutto questo senza utilizzare l’elettronica, vietata in MotoGP, per questo tipo di applicazioni.

Prima di arrivare al punto, vorrei fare chiarezza su un dettaglio. La guidabilità di una moto è fortemente influenzata dalle quote ciclistiche e, quindi, dalle altezze del retrotreno e dell’avantreno. Sia le numerose regolazioni disponibili su una moto da corsa che la taratura delle sospensioni, variano tenendo conto delle quote ciclistiche che la moto avrà nelle varie condizioni di guida. Tenete presente che alzare o abbassare anche soltanto un millimetro l’altezza del retrotreno o dell’avantreno può cambiare sensibilmente (in meglio ma anche in peggio) il feeling del pilota. Inoltre, più si lavora ad alto livello, più si capisce l’importanza delle altezze statiche e della variazione delle quote ciclistiche, che per i tecnici e i piloti professionisti sono quasi un incubo.

Dalla pista alla strada?


Diciamo che, pur avendo una maggiore semplicità costruttiva rispetto ad altri sistemi usati sulle moto da corsa, l’holeshot dinamico (ovvero quello che non viene usato soltanto in partenza ma anche nelle prove libere, in qualifica e in gara) ha un fortissimo impatto sulla guidabilità. L’holeshot non è particolarmente costoso da realizzare, pertanto potrebbe essere una soluzione utilizzabile su una moto di serie, magari sviluppando una gestione elettronica, che su un prodotto destinato al pubblico non è vietata. Non mi meraviglierebbe vedere presto l’holeshot su una Superbike di produzione.

Certo, nell’uso su strada, non credo che sarebbe facile metterlo a punto, però in pista il sistema potrebbe garantire numerosi vantaggi e soprattutto una maggiore fruibilità, importantissima per un amatore che vuole sfruttare al massimo l’accelerazione delle moderne moto maxi-sportive, che, essendo in grado di erogare potenze superiori ai 200 CV, hanno importanti problemi di impennamento, che, attualmente, impongono un massiccio utilizzo dell’elettronica.

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