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MotoGP, Casey Stoner: “La Ducati non è leale con i piloti”

L'ex pilota australiano è tornato a criticare duramente la Casa di Borgo Panigale, non lesinando commenti poco lusinghieri nei confronti dell'attuale MotoGP

MotoGP, Casey Stoner: “La Ducati non è leale con i piloti”
© Milagro

Christian CaramiaChristian Caramia

6 mag 2021

Casey Stoner non le ha mai mandate a dire, e non si smentisce nemmeno adesso che le corse fanno parte del suo passato. In un'intervista concessa a Road Racing World, Casey ha criticato - nuovamente - la maniera in cui la Ducati gestisce i piloti.

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L'affondo


"Credo che la Ducati stia costantemente peggiorando il modo in cui si rapporta con i piloti. Stanno mostrando zero lealtà verso di loro, convinti di avere la moto migliore. La Desmosedici di oggi poi è davvero un pugno nell’occhio", ha dichiarato il due volte campione del mondo della top class.

Il campione australiano ha avuto anche di ritornare su un momento chiave della sua carriera, quando ha abbandonato la Casa italiana per approdare in Honda, Costruttore con cui ha poi vinto il titolo MotoGP nel 2011.

"L’accordo che mi fu offerto era migliore in tutto e per tutto rispetto a quello della Ducati. Perché avrei dovuto continuare con loro se non mi rispettavano?".  Nel 2012 arrivò poi la decisione di ritirarsi: "Forse sono stato stupido a rifiutare l’offerta della Honda per il rinnovo, ma le cose o le fai per amore o per i soldi. Ma ho fatto più soldi di quanti avrei mai potuto immaginare e dunque sono contento della scelta fatta".

"Le moto attuali sono tutte simili"


Il leggendario numero 27 del Motomondiale conclude commentando l'attuale MotoGP, per nulla congeniale ai suoi gusti: "Non mi piace la direzione intrapresa. Vorrei che tornasse la purezza, invece dell'elettronica che controlla le moto a gas aperto e le alette che controllano l'avantreno. Tutte le moto sono fondamentalmente cloni l'una dell'altra, ed è per questo che si avvicinano così tanto".

"Le moto sono ormai praticamente tutte uguali e anche i piloti vogliono che tutto si adatti a loro. Ma dovrebbe essere il contrario. Devi dimenticare tutto ciò che pensi di sapere. Devi guidare la moto come vuole lei. Devi soccombere alla moto. Io non avevo un solo stile. Ero più adattabile della maggior parte dei miei colleghi, quindi le condizioni e i circuiti non avevano importanza. Durante le prove cercavo di fare in modo che la moto facesse esattamente quello che volevo, ma alla fine mi adattavo a quello che avevo e ho fatto la differenza. Penso che molti piloti si adattino solo al loro stile unico e vogliano fare la stessa cosa ogni settimana, ma ogni pista è diversa. Ogni curva è diversa. Quindi devi reagire diversamente".

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