Mamma Marquez: "Ai miei figli chiedo una cosa sola"

“Se cadono che pensino a me che sto guardando la televisione e alzino una mano, così capisco che stanno bene”
Mamma Marquez: "Ai miei figli chiedo una cosa sola"

12 nov 2014

Chi segue la MotoGP in TV conosce bene la faccia del papà di Marc e Alex Marquez, Julià (leggi QUI la sua intervista). Molto più defilata è la mamma dei due ragazzi più veloci del pianeta, la signora Roser Alentà. A Valencia c’era, ha indossato la maglietta celebrativa di Alex campione, si è fatta fotografare, ma chiaramente non è a proprio agio sotto i riflettori. Difatti le gare se le guarda sempre in casa, da sola. A intervistarla - lei che parla poco - ha provveduto il giornale spagnolo El Periodico. Mentre il marito si dedica completamente a seguire i figli, mamma Marquez ha un lavoro diverso, è impiegata presso una compagnia di trasporti e perlopiù le corse le guarda in televisione. La sua vita da quando i figli sono diventati piloti di vertice è cambiata ben poco. Certamente la famiglia non ha più problemi di soldi, ma lei continua a lavorare come sempre, sia pure part time. È convincente quando dice che i suoi figli non si sono montati la testa, ma che restano ragazzi “Normalissimi, sinceri, spontanei e affettuosi. Identici a prima, in casa ma anche fuori”. Naturalmente con caratteri diversi. “Da piccolo, Marc era più capriccioso di Alex. Marc piangeva sempre, chiedeva sempre qualcosa, non mangiava mentre a Alex andava bene tutto. Ora, da grandi, è il contrario. In casa Marc è il cocco di mamma, quello affettuoso, Alex invece è più libero e indipendente. Ma quando sono in viaggio quello che mi chiama tutti i giorni è Alex”. La famiglia Marquez non è povera nel vero senso della parola, ma nemmeno ricca. E la moto è uno sport costoso, che comporta parecchi sacrifici. “Sì, sacrifici ne abbiamo fatti. I fine settimana li passavo tutti in roulotte andando a correre su qualche pistina. Passavo i venerdì a cucinare e la domenica sera, al ritorno, a lavare, pulire e riordinare. E il lunedì in piedi per andare in ufficio”. E la paura che i suoi bimbi si facciano male c’è sempre. “Certo, che c’è, non mi abituerò mai. E poi sono in due. Gli dico sempre “ragazzi fate un lavoro duro, pieno di rischi, pensate sempre a tornare a casa interi, se Dio vuole. Una cosa sola gli chiedo di fare: se cadono che pensino a me che sto guardando la televisione e alzino una mano, così capisco che stanno bene”. marquez2 marquez3

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