Dottor Costa rivela su Rossi: “Il rapporto si incrinò drasticamente e..."

Lo storico fondatore della Clinica Mobile si racconta al podcast di Gianluca Gazzoli parlando di circuiti pericolosi, Clinica Mobile, cavalieri invincibili, Kato e Valentino Rossi

Marco PezzoniMarco Pezzoni

Pubblicato il 24 ottobre 2025, 07:30

Nella seconda parte della lunga intervista, il Dottor Costa ha parlato della fondazione della Clinica Mobile, del rapporto con Valentino Rossi, di circuiti pericolosi, dell’incidente di Kato e di cavalieri invincibili

Valentino Rossi: lo stato di grazia e la crisi nel rapporto con il Dottor Costa

Il Dottore è uno dei pochi piloti con i quali il Dottor Costa abbia “litigato” per un infortunio (nello specifico quello del Mugello del 2010 con la frattura della gamba destra). “Credo che i piloti – dice Dottor Costa – certe volte sappiano come devono guidare, fino a dove si possono spingere, fino a dove possono osare, quando devono prendere l’audacia come un qualcosa per poter vincere le gare. Poi c’è un qualcosa che il pilota non ti può spiegare, c’è un momento nel quale il pilota va in uno stato di grazia, come quando Valentino ha passato Lorenzo all’ultima curva di Barcellona nel quale il pilota come dice lui “è un qualcosa che mi è capitato, ma non ti so dire come. È così”. Io lo chiamo stato di grazia, questo stato di grazia ti permette di fare cose che in quel momento portano solo a quella che è la gloria, è un successo incredibile. Secondo me ci andava anche molto perché aveva una mentalità che giocava, devi far credere all’avversario una cosa invece che un’altra. Con questo gioco che continuava anche a fine gara, secondo me durante la gara riusciva ad andare in quella zona dove poteva attingere a quella cosa che anche lui non sa spiegare che si chiama stato di grazia.”

Parlando della crisi nel rapporto con Valentino ammette: “Il rapporto si incrina anche per una questione molto umana. Ci stavamo preparando al Mugello, qualcuno fece presente che esistevano anche dei metodi diversi da quelli con i quali io curavo i piloti. Io feci l’errore di prendermela, non sono riuscito a curarlo con il sistema Dottor Costa – Clinica Mobile. Il giorno dopo si ruppe la gamba, andammo in ospedale e facemmo un intervento giustissimo. Però da allora non c’era più quell’unione mistica pilota-paziente che c’era. Ci siamo visti, ci siamo abbracciati, però non ero più io il medico ufficiale di Valentino, ho sbagliato perché il medico si deve sottoporre a tutti quelli che sono i desideri del pilota. Ho incrinato una cosa stupenda che era durata per moltissimi anni e che poi solamente quella che è l’intelligenza della mamma di Valentino, Stefania, e Valentino stesso poi ha ricucito in una forma di pace per sempre.”

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