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Il web ricorda il motociclista giapponese morto all'età di 19 anni mentre correva in Moto2
Roberta Bogi Pagnini
5 set 2017
5 settembre 2010, gran premio di San Marino, è il dodicesimo giro quando al “curvone”, Shoya Tomizawa cade ad oltre 230 km/h dopo che la sua moto ha perso aderenza finendo con la ruota sull'erba sintetica.
L'INCIDENTE È DRAMMATICO - Alex De Angelis e Scott Redding che sono subito dietro di lui non ce la fanno a schivarlo e lo travolgono. Per il pilota giapponese non c'è niente da fare, portato in ospedale muore per un gravissimo trauma toracico, ha soltanto 19 anni.
LA CARRIERA - Sono in molti a ricordarlo oggi, a sette anni dalla sua morte. Un pilota sorridente e spensierato che nel 2010 correva in Moto2 su una Suter MMX per il team Technomag-CIP. Il suo esordio risale al 2006 quando partecipa al Gp del Giappone come wild card, stessa cosa l'anno successivo e poi nel 2008 in sella ad una Honda 250. Nel 2009 diventa pilota ufficiale del team CIP in 250 e termina il campionato in diciassetesima posizione, mentre nel 2010 arriva in Quatar dove conquista la sua prima vittoria, in Spagna ottiene il secondo posto e conquista la pole in Repubblica Ceca.
NUMERO UNICO - La sua breve carriera, però, si ferma a Misano il 5 settembre 2010. Il numero 48 con il quale correva è stato ritirato e durante il gp di Aragon (successivo a quello di Misano) è stato onorato con una speciale cerimonia alla quale hanno partecipato tutti i piloti del Motomondiale. Oggi, le sue foto hanno invaso il web con ricordi e dediche che si vanno ad unire ai volti di Nicky Hayden e Marco Simoncelli, altri due grandissimi piloti che come lui hanno fatto la storia (seppur breve) del motociclismo.
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