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4 ago 2025
È arrivata come un fulmine a ciel sereno, in un anonimo weekend di inizio agosto una notizia che sta facendo discutere il mondo delle road races. L’IRRC ha infatti deciso di abolire la classe Superbike, affiancando alla confermata Supersport NG la “nuova” classe Super Twin.
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Il mondo delle corse su strada si è diviso davanti alla decisione presa dell’IRRC e comunicata attraverso un breve comunicato sul proprio sito. Addio alla classe SBK a partire dal 2026, in favore dell’introduzione della Super Twin. Nella breve nota si legge che la scelta è dovuta alla volontà di migliorare la sicurezza dei piloti dell’IRRC e per limitare i costi di una classe che oramai ha visto negli anni mezzi sempre più estremi e con conseguenti spese accessorie.
Due motivazioni che però per molti nascondo il vero motivo della cancellazione della classe SBK - che oggi vede in testa al campionato l’espertissimo Adam McLean – in quanto facilmente “attaccabili”. L’IRRC, si corre su circuiti cittadini “brevi” come Hengelo, Imatra, Chimay, Horice, Schleiz e Frohburg (dove lo scorso anno perse la vita Luca Salvadori), piste che si aggirano tra i 4 e i 5 chilometri di lunghezza massima. È vero che le moderne Superbike offrono prestazioni incredibili ed il regolamento dell’IRRC rispettando quello della FIM permette ai piloti di correre – come nel caso di Salvadori – con delle vere e proprie moto da mondiale SBK. Cadere in questi circuiti cittadini comporta dei rischi che non necessariamente diminuiscono col diminuire della cilindrata della moto, perché spesso le velocità di percorrenza delle curve sono simili e gli ostacoli a lato della strada sono i medesimi. Se si volesse intervenire per migliorare la sicurezza bisognerebbe investire su protezioni a bordo strada, snaturando però di fatto quello che le Road Races rappresentano. Per quanto riguarda invece la diminuzione dei costi, anche qui diversi piloti e addetti ai lavori hanno sollevato diverse perplessità. Se è vero che oggi tra acquisto e gestione di una SBK i costi sono schizzati alle stelle, la griglia della classe SBK ha sempre comunque visto più di 30 moto al via – saranno 35 ad Horice in Repubblica Ceca il prossimo fine settimana – per cui non si può parlare di “classe in difficoltà”. Molti piloti hanno inoltre sostenuto spese importanti per acquisto e preparazione delle moto per questa stagione con l’intento di utilizzarla anche per le prossime annate. Con la cancellazione della classe SBK, questi piloti si vedranno costretti a cercare di vendere la moto o cercare nuovi campionati a cui partecipare.
Se in pista la neonata Sportbike è al suo debutto, nelle corse su strada prima come Lightweight e più recentemente col nome di Super Twin le bicilindriche fino a 700cc si sfidano regolarmente nelle Road Race da diversi anni. L’arrivo di questa classe nell’IRRC non è quindi una assoluta novità ma di certo non può essere considerato un contenimento dei costi. Ad oggi le moto più competitive in questa classe sono le Paton S1-R, che superano i 40mila euro, al TT e alla North West 200 corrono in forme diverse anche della Aprilia RS 660 e delle Yamaha R7 pesantemente preparate con costi di preparazione che sfiorano i 50mila euro. La stagione dell’IRRC è solo metà e probabilmente da qui a fine anno gli organizzatori, team e piloti saranno chiamati a una trattativa per trovare una soluzione che metta tutti d’accordo.
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