Trentasei sotto zero: Mika Kallio "renna" finlandese

L'ex pilota di livello mondiale e attuale risorsa del team Red Bull KTM ama sfidare il freddo, condizione in cui trova il proprio habitat naturale

Trentasei sotto zero: Mika Kallio "renna" finlandese
© Mika Kallio

Mirko ColombiMirko Colombi

19 gen 2023

Mentre chi scrive questo articolo si trova comodamente seduto al caldo della propria dimora, c'è chi sfida un freddo becco. Lo potete vedere nelle foto qui condivise, magari riconoscendolo, sicuramente ricordandolo. Ecco a Voi Mister Mika Kallio, ex pilota finlandese capace di vincere 16 Gran Premi. Oggi collaudatore KTM, al nordico piace vivere così.

A -36 ci si riscalda


Kallio ha gareggiato a livello mondiale dal 2002 al 2015 nelle vesti di titolare e, sommando diverse wild card, può dire di vantare ben 247 presenze, vero record dalle sue parti e non solo. E lo ha fatto con grande onore delle armi, perché vincere 16 gare è un primato che nessun connazionale ha totalizzato, nemmeno il compianto, prematuramente scomparso e titolato 250 Jarno Saarinen.

Mika ha sempre sfoggiato con orgoglio il numero 36  - che pure il figlio a fianco della motoslitta da neve apprezza - il quale aveva una barretta a precederlo. Si trattava del segno "meno", infatti, il pilota voleva raccontare con la tabella personale le caratteristiche climatiche da cui proviene. Un gelo bestiale, da 36 gradi sotto zero.

Iride avvicinato più volte e MotoGP


Mika in sella era molto forte. La sua guida - sviluppata su ghiaccio nei mesi più rigidi - esibiva grande velocità di percorrenza in curva e, nel caso arrivasse una perdita di aderenza, no problem. Tutto veniva mantenuto sotto controllo, previa grande freddezza. 

Se pensate che stiamo giocando con parole, sbagliate. Kallio gestiva sgommate e derapate perfettamente, forte dell'esperienza maturata sui fondi più scivolosi. Ecco quindi una spiegazione che si aggiunge al talento naturale: iride 125 sfiorato nel 2005 e 2006, quando gli avversari si chiamavano Mattia Pasini, Marco Simoncelli e Alvaro Bautista.

In dueemmezzo niente di meno, Terzo nel 2008, caratterizzato come gli anni precedenti dall'arancio KTM. La cordata finlandese gettata dal team Ajo fu sfruttata dal compaesano nel migliore dei modi, tanto da meritare la MotoGP. Due stagioni con Ducati vissute così così, tra cui presenze nella formazione ufficiale datate 2009. La discesa in Moto2, accompagnata però da vittorie e podi e un altro mondiale avvicinato nel 2014. Mika male, dai (ops!)

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