“Handyman” Petrucci e i suoi fratelli: i soprannomi più curiosi dei piloti

Dal Mondiale Superbike ai campionati nazionali, tutti i casi nei quali i piloti hanno "esagerato" con soprannomi bizzarri o scritte particolari

Marco PezzoniMarco Pezzoni

18 apr 2022 (Aggiornato il 19 apr 2022 alle 11:52)

Piloti, gente strana. Spesso riconoscibili dal casco o magari dal nome scritto sulla tuta, che può essere nome e cognome che si intersecano (Marc Marquez, per esempio), oppure il cognome accorciato (Tambu, Busso, Sava). Tanti invece sulla tuta ci scrivono le cose più strane possibili, un soprannome oppure un modo di guidare. Quali sono i soprannomi più strani e particolari dei piloti? 

I soprannomi dei piloti


Danilo Petrucci - “Handyman”, tuttofare 

Da Petrux ad Handyman è un attimo per il ternano. Conosciuto come Petrux in MotoGP, è diventato “Handyman” (tuttofare) quest’anno con l’approdo nel MotoAmerica dopo l’esperienza alla Dakar.

 
 
 
 
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PJ Jacobsen - “They think I lost it”, pensavano che avessi perso il modo di guidare

Particolare la scelta del pilota americano, tornato alle competizioni nel MotoAmerica quest’anno dopo l’infortunio del 2020 che lo aveva lasciato fuori dalle scene per quasi due anni. Il messaggio scritto sulla tuta è un chiaro segnale a chi pensava che Jacobsen avesse perso il suo stile di guida.

 
 
 
 
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Ben Spies - “Elbowz”

Questo è un caso di soprannome dettato da uno stile di guida, gomiti larghi come a condurre una carriola per il texano ex campione del mondo Superbike 2009 da rookie della categoria, ovvero Ben Spies.

Troy Bayliss - “Baylisstic”

Il tre volte campione del Mondo Superbike è stato accompagnato sempre da quella iconica scritta sulla sua tuta, giocando con il cognome. In realtà per tutti è il carrozziere, per i suoi trascorsi lavorando proprio come carrozziere prima di intraprendere la carriera da pilota.

Troy Corser - “Mr Superpole”

Nonostante Tom Sykes gli abbia rubato l’appellativo di Mr Superpole, l’originale Mr Superpole è proprio l’australiano bicampione del Mondo Superbike con Ducati e Suzuki.

Carl Fogarty - “The King”

Non c’è bisogno di spiegare perché il grande Carl Fogarty era considerato il Re della Superbike: 4 titoli mondiali e 59 vittorie per Foggy prima di appendere il casco al chiodo nel 2000.

Luca Salvadori - “Like a Sir” 

Il pilota-youtuber nel suo logo ha disegnato anche il Duomo di Milano, si definisce il classico fighetto milanese. Da qui “Like a Sir”.

Claudio Corti – “Shorts”

Letteralmente è la traduzione in inglese del suo cognome, Corti appunto. Il pilota comasco ha sempre portato questo soprannome sulle sue tute da gara quando è passato a correre prima nel BSB e poi in America.

Dennis Foggia - “The Rocket”

La sua caratteristica sono le gare fulminee in testa al gruppo, da qui il soprannome “the rocket”, il razzo o missile.

Leon Haslam - “Pocket Rocket”

Se Foggia è “The Rocket”, lui è “Pocket Rocket”. Stiamo parlando del pilota britannico Leon Haslam, figlio di “Rocket” Ron Haslam.

Jordi Torres - “Spanish Elvis” 

Soprannome che gli è stato affibbiato simpaticamente da Tom Sykes e dal paddock Superbike per le sue basettone alla Elvis.

Paolo Casoli - “Gasolio” 

Soprannome che nemmeno lui si ricorda da dove abbia avuto origine, primo pilota a vincere la Supersport nel lontano 1997 con la Ducati 748.

Jules Cluzel - “L’Ispettore Cluzel”

Storpiato simpaticamente il nome dell’ispettore Clouseau della Pantera Rosa utilizzando il cognome del francese, soprannome affibbiatogli per la minuziosità nell’esaminare ogni granello di sabbia delle vie di fuga esplorate dal pilota ai tempi del motomondiale.

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