Martin cade e libera la strada a Bagnaia, vincitore a casa di Marc Marquez. Il numero 93 è sul podio con Pecco e Marco Bezzecchi
Micidiale bagarre che ha infuocato il già caldo e numeroso pubblico di Jerez de la Frontera nel Gran Premio di Spagna. Le traiettorie incrociate di Pecco Bagnaia e Marc Marquez hanno infiammato i tifosi arrivati all'Angel Nieto, pista che ha regalato spettacolo e un doppiamente iridato MotoGP da riferimento di classe.
Dani Pedrosa è scivolato per conto proprio, mentre Aleix Espargarò è andato giù coinvolgendo Johann Zarco. Franco Morbidelli ha tamponato Jack Miller, ritrovandosi insieme all'australiano a terra e con risultato nullo da zero punti. L'errore peggiore lo ha però commesso Jorge Martin, andato nella ghiaia a 15 giri dal termine, quando comandava il gruppo. Lo spagnolo Prima Pramac ha ricordato la stessa propria brutta copia 2023.
A circa 5 giri dalla bandiera a scacchi è esploso il duello tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez, capaci di oscurare i restanti piloti in pista. Il numero 93 ha superarto il campione del mondo, il numero 1 ha ribadito l'attacco all'otto volte iridato, così almeno un paio di pericolosissime volte.
Sportellate sfiorate, sportellate avvenute. Quando restava una tornata da completare, forse poco prima, l'italiano ha cambiato passo, giusto quei due decimi sufficienti a seminare il catalano, relegato in seconda posizione. Merito del pilota, bravo a sfruttare le qualità della Desmosedici GP24 ufficiale, ritenuta superiore alla GP23 indipendente.
Il volo ad alta velocità rimediato nel warm up e una partenza infelice hanno ridimensionato Pedro Acosta, a medaglia nella Sprint, meno efficace nel Gran Premio. Qualche sorpasso il rookie GASGAS lo ha pure sferrato, ma i migliori erano già scappati.
Non è sfuggito a Marco Bezzecchi il primo podio stagionale, valevole di terzo posto. Il passaggio da Ducati Desmosedici GP22 a GP23 gli è costato fatica, però il romagnolo sta ritrovando il passo a regalargli un ruolo di protagonista della passata stagione.
Bisogna scendere con gli occhi per trovare KTM e Aprilia. Nemmeno tanto nel caso di Brad Binder e Miguel Oliveira, di più parlando di Raul e Augusto Fernandez. C'è però chi continua a far peggio: Yamaha e Honda, comprimarie della classe regina. Le Concessioni non bastano.
Vien da scrivere che il bel risultato colto ieri da Fabio Quartararo sia mero frutto delle infinite cadute registrate, vien da sentenziare che un'Ala Dorata così floscia mai si era vista. Perlomeno nella categoria regina a quattro tempi dotata di due ruote: la MotoGP.
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