Moto3, Guevara: “E pensare che mi facevano giocare a calcio...”

Moto3, Guevara: “E pensare che mi facevano giocare a calcio...”© Luca Gorini

La Spagna ha un nuovo campione del mondo nella classe cadetta, un calciatore mancato (per la famiglia) che nel paddock ha il soprannome di “Jordan”

16.10.2022 ( Aggiornata il 16.10.2022 04:35 )

Poteva accontentarsi anche del secondo posto dietro al rivale diretto Sergio Garcia, per vincere il titolo, ma Izan Guevara ha fatto il ragionamento da campione sotto il casco: “Perché non provare a vincere?” Così è stato, grazie anche alle ottime sensazioni avute sul circuito di Phillip Island: “È stata una gara bellissima, sono stato forte fin dall’inizio, mi sentivo bene sulla moto e comodo guidando la gara, potevo fare quello che volevo con la GasGas”. Dunque si è preparato per il grande finale: “All’ultimo giro ho preso la testa della corsa, era l’obiettivo che avevo. Sapevo che se uscivo primo dall’ultima curva potevo essere campione”.

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La famiglia e il team i due pilastri


Un risultato incredibile a cui il maiorchino ora dovrà abituarsi: “Siamo campioni del mondo, non ci credo ancora molto ma ora è tempo di festeggiare con il team, la mia famiglia e tutti gli amici. Sono molto contento! Lo dedico alla mia famiglia, al team e tutto quello che hanno fatto. Sono stati i miei due pilastri”. Tra le persone speciali c’è senz’altro Nico Terol, colui che l’ha scoperto tra i giovani talenti: “È stato emozionante festeggiare con lui in pista, ancora di più vederlo vestito con la mia tuta. Abbiamo lavorato a lungo insieme. È stato bello vederlo lì, è venuto fino in Australia apposta per stare con me e per il titolo. Voglio godermi questo momento”. Tra l’altro ha ammesso di essere contento per il suo “primo titolo”, sottolineando la sua fame iridata: “Un pilota ne vuole tanti”.

"Spero di avere lo stesso futuro di Mir e Lorenzo"


18 anni compiuti lo scorso 28 giugno Guevara è soprannominato “Jordan” nel paddock, per un fatto di stile: “Arrivavo sempre al box vestito di tutto punto di Jordan, dalle scarpe alla maglia, e i miei meccanici mi hanno cominciato a chiamare così”. Guevara ha riportato il titolo a Mallorca, così come prima di lui hanno fatto Joan Mir (Moto3 e MotoGP) e Jorge Lorenzo (250 e MotoGP): “Spero di avere lo stesso loro futuro. Ora mi godo il Mondiale, il prossimo anno andremo in Moto2, passo a passo, ma l’obiettivo è quello di arrivare in MotoGP”. Ha poi raccontato cosa i due compatrioti gli hanno consigliato: “Di seguire il mio istinto, sono io alla guida e quello che più sa cosa deve fare in gara sono io. Ho visto che in gara potevo vincere e ce l’ho fatta”.

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E poi ha fatto un passo indietro, raccontando proprio gli inizi: “La mia carriera è cominciata quando avevo tre anni. A sei ho cominciato a gareggiare e poi nella Talent Cup Europea ho ottenuto il mio primo titolo. Dopo sono passato alla Moto3 con Jorge Martinez: il primo anno abbiamo faticato un pochino, ma siamo riusciti a gestire tutte le corse”. Fino ad arrivare ad oggi: “È stato un anno difficile e molto buono, abbiamo fatto ottime gare, undici podi finora e soprattutto vincendo il titolo. È fantastico che ci sia riuscito, è quello che sognavo fin da quando ero piccolo”. Quando i genitori sognavano per lui invece un futuro nello sport più comune, il calcio: “Avevo 2 anni e mezzo: mi facevano giocare a calcio e io piangevo dicendo “brum brum” perché volevo andare in moto. Alla fine sono riuscito a realizzare il mio sogno”. Sì Izan, ce l'hai fatta!

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