La Spagna ha un nuovo campione del mondo nella classe cadetta, un calciatore mancato (per la famiglia) che nel paddock ha il soprannome di “Jordan”
Poteva accontentarsi anche del secondo posto dietro al rivale diretto Sergio Garcia, per vincere il titolo, ma Izan Guevara ha fatto il ragionamento da campione sotto il casco: “Perché non provare a vincere?” Così è stato, grazie anche alle ottime sensazioni avute sul circuito di Phillip Island: “È stata una gara bellissima, sono stato forte fin dall’inizio, mi sentivo bene sulla moto e comodo guidando la gara, potevo fare quello che volevo con la GasGas”. Dunque si è preparato per il grande finale: “All’ultimo giro ho preso la testa della corsa, era l’obiettivo che avevo. Sapevo che se uscivo primo dall’ultima curva potevo essere campione”.
Moto3 Australia: perfetto Guevara! Vittoria e primo titolo Mondiale
Un risultato incredibile a cui il maiorchino ora dovrà abituarsi: “Siamo campioni del mondo, non ci credo ancora molto ma ora è tempo di festeggiare con il team, la mia famiglia e tutti gli amici. Sono molto contento! Lo dedico alla mia famiglia, al team e tutto quello che hanno fatto. Sono stati i miei due pilastri”. Tra le persone speciali c’è senz’altro Nico Terol, colui che l’ha scoperto tra i giovani talenti: “È stato emozionante festeggiare con lui in pista, ancora di più vederlo vestito con la mia tuta. Abbiamo lavorato a lungo insieme. È stato bello vederlo lì, è venuto fino in Australia apposta per stare con me e per il titolo. Voglio godermi questo momento”. Tra l’altro ha ammesso di essere contento per il suo “primo titolo”, sottolineando la sua fame iridata: “Un pilota ne vuole tanti”.
18 anni compiuti lo scorso 28 giugno Guevara è soprannominato “Jordan” nel paddock, per un fatto di stile: “Arrivavo sempre al box vestito di tutto punto di Jordan, dalle scarpe alla maglia, e i miei meccanici mi hanno cominciato a chiamare così”. Guevara ha riportato il titolo a Mallorca, così come prima di lui hanno fatto Joan Mir (Moto3 e MotoGP) e Jorge Lorenzo (250 e MotoGP): “Spero di avere lo stesso loro futuro. Ora mi godo il Mondiale, il prossimo anno andremo in Moto2, passo a passo, ma l’obiettivo è quello di arrivare in MotoGP”. Ha poi raccontato cosa i due compatrioti gli hanno consigliato: “Di seguire il mio istinto, sono io alla guida e quello che più sa cosa deve fare in gara sono io. Ho visto che in gara potevo vincere e ce l’ho fatta”.
E poi ha fatto un passo indietro, raccontando proprio gli inizi: “La mia carriera è cominciata quando avevo tre anni. A sei ho cominciato a gareggiare e poi nella Talent Cup Europea ho ottenuto il mio primo titolo. Dopo sono passato alla Moto3 con Jorge Martinez: il primo anno abbiamo faticato un pochino, ma siamo riusciti a gestire tutte le corse”. Fino ad arrivare ad oggi: “È stato un anno difficile e molto buono, abbiamo fatto ottime gare, undici podi finora e soprattutto vincendo il titolo. È fantastico che ci sia riuscito, è quello che sognavo fin da quando ero piccolo”. Quando i genitori sognavano per lui invece un futuro nello sport più comune, il calcio: “Avevo 2 anni e mezzo: mi facevano giocare a calcio e io piangevo dicendo “brum brum” perché volevo andare in moto. Alla fine sono riuscito a realizzare il mio sogno”. Sì Izan, ce l'hai fatta!
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