SSP, Oncu: "Sofuoglu mi ha mandato in cantiere, ho capito quanto sono fortunato"

SSP, Oncu: "Sofuoglu mi ha mandato in cantiere, ho capito quanto sono fortunato"© GPAgency

Can e la sua pausa "particolare": "Prima ho fatto il cameriere. Occasioni come la mia non capitano due volte, devo sfruttarla"

Redazione

27.09.2022 ( Aggiornata il 27.09.2022 16:44 )

Si sa, Kenan Sofuoglu sta facendo rifiorire il vivaio di piloti della Turchia, potendo già ad oggi vantare il titolo mondiale conquistato l’anno scorso da Toprak Razgatlioglu, ed il record di Can Oncu come pilota più giovane ad aver vinto un GP. Ecco proprio Can, nel frattempo passato in Supersport con i colori del team Puccetti, sta vivendo una stagione contraddistinta da alti e bassi, che potrebbe però aver preso da Barcellona un’altra piega.
 
Dopo una prima parte di 2022 complicata infatti il "maestro" Kenan ha cercato di porre rimedio – durante la pausa estiva del campionato – alle difficoltà di Oncu, in maniera possiamo dire particolare, come raccontato da Can a Barcellona.
 
“Dopo Assen io e la squadra eravamo persi – apre il turco - dato che non riuscivamo ad essere veloci. Kenan per me è più un fratello maggiore che un manager, quindi posso credere alle sue indicazioni ad occhi chiusi, dato che ha esperienza e ha passato tanti momenti difficili, rialzandosi sempre. All’inizio della pausa estiva mi ha detto “Voglio insegnarti come vivono le persone normali, quindi andrai a lavorare”, e così è stato”.

Allenamento... tra bar e cantiere

Ecco quindi cominciare un tipo di “allenamento” diverso dal solito.
 
“Il lunedì successivo a Most ho iniziato a lavorare come cameriere in un bar: l’ho fatto per una settimana, portando tè alle persone e pensando “Perché lo sto facendo? Non ha senso, corro in un campionato mondiale, in Moto3 ho stabilito un record, ed ora sono qui a farmi comandare”. Ad ogni modo l’ho fatto per una settimana, e ho capito che non aveva senso lamentarmi, e quanto fossi fortunato a fare il lavoro che faccio. Terminata la settimana sono andato con Kenan in un cantiere, dove ho lavorato per più di una settimana. Non ho guidato durante la pausa, ma ho capito che vita fanno molte persone, che faticano mentre io faccio tutto il giorno qualcosa che mi piace, e ho anche capito che devo conquistare dei risultati subito”.
 
La lezione dunque è arrivata forte e chiara al talentuoso portacolori del team Puccetti, che sembra aver decisamente cambiato mentalità.
 
“Prima della pausa non avevo molta fiducia in Kawasaki, non pensavo che avremmo potuto conquistare dei risultati importanti. Ma dopo queste esperienze noiose ho capito che è possibile farlo, come è stato possibile per me andare a lavorare: sapevo che potevamo tornare a podio, anche se a Magny – Cours le cose non sono andate nel verso giusto, ed infatti ce l’abbiamo fatta. Occasioni come quella che ho ora non capitano due volte, quindi devo fare dei risultati: se non sei veloce nessuno ti saluta, mentre se lo sei tutti ti sorridono. E’ la verità legata a questo lavoro, che occorre capire. Ora ho 18 anni, e penso che tutti debbano fare degli errori nella vita per migliorare: se non avessi sbagliato ora forse lo avrei fatto più avanti, quindi va bene così”.

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