Il cambio gomme e il meteo instabile potrebbero ribaltare le carte in tavola e offrire vincitori inediti e outstider
Se gli equilibri relativi al primo round della SBK appaiono delineati, bisogna ricordare l'obbligo di pit stop a cui piloti e team andranno incontro nelle due manche lunghe di Phillip Island. Per ovviare problemi di tenuta delle gomme ed evitare di alterare la sicurezza, Pirelli e Promoteri si sono visti d'accordo: Flag to Flag sia, per cambio di coperture e ripresa della pista.
Quanto il meteo si instabile sulla cosiddetta Isola di Filippo, si sa: che ci vada a correre la SBK o che sia impegnata la MotoGP, facile è saltare da giornate di sole - magari calde in febbraio e sicuramente gelide in ottobre - a pioggia, da asciutto a bagnato, per un vento che soffia quando gli pare.
Vogliamo dire che in occasione del primo round previsto nel weekend il "tempo" farà impazzire piloti e team? No, ma nel passato è successo spesso, come è successo che il Flag to Flag abbia sparigliato carte ormai vincenti sul tavolo. si è espresso senza mezzi termini Nicolò Bulega, mattatore delle sessioni pre-gara tenute nei giorni scorsi.
Se il protagonista più in forma del momento ha dichiarato ciò, evidentemente ha intravisto quanto noi: l'incognita del pit-stop va al di là del semplice ritorno in corsia e cambio gomme. No. Oltre a richiedere perfetta strategia e tecnica, resetta completamente la classifica, creando una confusione spesso difficile da intepretare. Se vince un underdog, quindi, evitiamo di stupirci.
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