La zavorra affossa Bautista e la sua Panigale: 7” più lento del 2023

La zavorra affossa Bautista e la sua Panigale: 7” più lento del 2023© GPAgency

Il campione del mondo a Misano perde la leadership di campionato e soprattutto le certezze che aveva costruito nella passata stagione

18.06.2024 16:07

Due terzi posti nelle gare “lunghe” e una caduta in Superpole Race, questo il bottino di Alvaro Bautista a Misano, dodici mesi fa lasciava la Romagna con una tripletta che sapeva di mondiale. Oggi il feeling con la Panigale V4 R, appesantita dalla zavorra, manca e questo si manifesta anche nei tempi, più lenti rispetto al 2023.

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La zavorra “pesa” 7 secondi

Il weekend di Misano Adriatico a lanciato Toprak Razgatlioglu in cima al campionato grazie ad un weekend perfetto terminato con la vittoria in Gara2 tagliando il traguardo con uno spettacole stoppie. Alle sue spalle la coppia Aruba.it Racing – Ducati con Nicolò Bulega e Alvaro Bautista ad occupare il secondo e terzo gradino del podio. Se il secondo posto di Bulega è un risultato positivo per il rookie campione del mondo in carica della Supersport, per Alvaro invece il terzo gradino del podio rende il round di Misano molto amaro, soprattutto dopo il dominio dello scorso anno in cui in condizioni molto simili fece il vuoto nella seconda parte di gara. Cosa è cambiato in dodici mesi? La risposta è facile: il regolamento tecnico. Oggi Alvaro deve caricare sulla propria Panigale V4 R tra i 5 e i 7 chili di zavorra per rientrare nel peso minimo moto-pilota: un peso che è andato rompere l’equilibrio perfetto che lo spagnolo aveva con la propria Panigale V4 R. Alvaro Bautista e Ducati hanno riottenuto tutti i giri motore persi nel corso della passata stagione ma questo sembra non bastare a pareggiare la perdita di agilità e bilanciamento che la V4 R aveva raggiunto.

Analizzando i risultati di Gara2 del 2023 e del 2024 (Gara1 lo scorso anno fu accorciata di un giro e la Superpole addirittura di 3) Alvaro Bautista è passato da un tempo effettivo di gara di 33’06”059 nel 2023 a 33’13”258: oltre 7 secondi più lento rispetto alla passata stagione (7”199 per l’esattezza). Non incidono le condizioni dell’asfalto, lo scorso anno l’aria era 24°C mentre l’asfalto 46°C e quest’anno nonostante qualche grado d’aria in più (28°C), l’asfalto era più fresco di un grado fermandosi a 45°C. Alvaro non solo è stato più lento nella percorrenza della gara, ma anche il proprio giro veloce è di quasi mezzo secondo più alto rispetto a quello di dodici mesi fa: 1’33”934 contro 1’34”338. E Toprak? Beh il tempo di gara di Toprak in realtà è simile al centesimo a quello di Bautista dello scorso anno: 33”06”338, solo un paio di centesimi peggio dello spagnolo. È vero che Toprak ha tagliato il traguardo in stoppie e che quindi verosimilmente il suo tempo sarebbe stato migliore ma anche Alvaro dodici mesi fa tagliò il traguardo in piedi sulle pedane perdendo circa 2” rispetto al penultimo passaggio di gara (poco meno di 3” quelli persi da Toprak quest’anno). Insomma probabilmente senza la zavorra sulla Panigale V4 R di Alvaro invece di un assolo di Toprak ci saremmo goduti un duello all’ultima staccata come già accaduto nel finale della passata stagione.

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Alla Panigale ’24 manca equilibrio

Aggiungere tra i 5 e 7 chili su una moto è molto più complicato perché queste masse fisse vanno a stravolge l’assetto ed il bilanciamento di quest’ultima (peso dinamico). Riuscire a trovare un nuovo bilanciamento con circa il 4% in più di peso sulla moto è un lavoro complicato anche perché il margine di lavoro tra le derivate di serie è comunque limitato. La Panigale 2024 “zavorrataobbliga Alvaro a linee completamente diverse rispetto a quelle che faceva dodici mesi fa. Nuove linee che lo obbligano anche ad uno stile di guida diverso e che non gli permette più di fare a differenza nella seconda parte di gara dove la scorsa stagione costruiva i suoi successi mentre oggi è tra i primi (almeno dei piloti in lotta per il titolo) ad accusare l’usura degli pneumatici. Il peso minimo moto-pilota a tanti appassionati era sembrata una regola “Anti-Bautista” e probabilmente oggi, dopo un terzo di stagione, più che una sensazione sta diventando una certezza.

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