La pace dei sensi di Anne Dautheville | Io Guido da Sola

La scrittrice motociclista: "I viaggi, una gioia per gli occhi e la pelle"

10.03.2025 ( Aggiornata il 10.03.2025 10:26 )

La mia passione per i libri, unita a quella per i viaggi, mi ha portato a scoprire un volume davvero bellissimo. E la ciliegina sulla torta è che racconta di un viaggio in moto. Il testo è stato scritto da Anne-France Dautheville, figura di spicco nel motociclismo al femminile francese, interessata non tanto al ruolo di pioniera quanto alla realizzazione dei suoi sogni.

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La passione di Anne-France Dautheville


Più che ottantenne, essendo nata nel 1944 a Parigi, comprò la sua prima moto, una Honda 50, nel ‘68 quando nella Capitale c’erano gli scioperi dei mezzi di trasporto. E guida oggi, guida domani, la moto è divenuta non soltanto un mezzo di trasporto, ma un’amica fidata con la quale scoprire posti meravigliosi. Anne Dautheville, giornalista poi diventata anche scrittrice, a un certo punto della vita ha deciso di abbandonare il lavoro e anche Parigi, per viaggiare in moto. Il primo viaggio fu nel 1972, quando decise di partecipare al Raid Orion, da Parigi a Isfahan, e fu l’unica donna tra i tantissimi motociclisti che intrapresero il viaggio verso l’Iran. A gara conclusa uscirono speculazioni sul suo conto sui giornali: si disse che non era vero che aveva guidato, ma che era salita sul primo camion per arrivare fino in fondo.

Dautheville, che ha raccontato sempre molti episodi sul suo essere una donna alla guida (tra chi voleva mandarla fuori strada e una signora che a Londra la colpì con un ombrello mentre era ferma in moto al semaforo gridando allo scandalo), non si è mai fatta condizionare da niente e nessuno. Anzi, tutto ciò le è servito come spinta per fare ancora di più. Così, ha deciso di girare il Mondo in moto: è andata in Alaska, Giappone, India, Pakistan e Afghanistan. E non soltanto. Sono affascinanti i suoi racconti, penso al viaggio in moto in Sud America: oltre alla descrizione dei posti che ha visitato, durante il viaggio ha sviluppato anche un certo amore per la botanica, andando così a descrivere in modo minuzioso ogni tipo di pianta che incontrava durante il percorso.

Ma la vera magia dei suoi viaggi, credo risieda in queste sue parole: “Non mi piace viaggiare per il senso di libertà, ma per quello che scopro durante il viaggio. Il naso si riempie di odori. Passi vicino a un fiume e, stranamente, senti quasi l’odore dell’acqua. Il sentiero è un po’ sconnesso, si avvertono strane vibrazioni nelle braccia, si sente il vento che preme sulle spalle. E questo è assolutamente magico. E poi c’è la gioia di vedere: quanto è bello un paesaggio quando lo attraversi! A piedi è meno emozionante”.

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