Franco Picco: “La Dakar di oggi? Sembra una gara di enduro estremo”

Franco Picco: “La Dakar di oggi? Sembra una gara di enduro estremo”© Fantic Racing

A 38 anni di distanza dal suo esordio nel celebre Rally Raid, il veterano tricolore ha parlato della sua esperienza e dei giovani top rider: ecco cosa ha detto durante il giorno di riposo

09.01.2023 ( Aggiornata il 09.01.2023 17:58 )

Se si parla di veterani della Dakar, il primo nome che viene in mente è, giustamente, sempre quello di Franco Picco, ormai 67enne ma ancora in gran forma. Il centauro vicentino ha esordito nel Rally Raid più celebre e prestigioso al mondo ben 38 anni fa, ma la sua passione per questa disciplina è rimasta immutata e, da un biennio a questa parte, è al via della corsa con la Fantic.

Giunti al giorno di riposo, il classe '55 è anche l'unico pilota rimasto in gara per il marchio italiano, visto che Alex Salvini e Tiziano Internò hanno dovuto abbandonare anzitempo la contesa (rispettivamente per via di un problema legato alla benzina e ad un infortunio causato da una caduta), ed occupa il 74° posto della classifica assoluta.

Dakar, Daniel Sanders stringe i denti: "Sto lottando con il mio stomaco"

Picco: “Uso il numero 67 per ricordarmi quanti anni ho”


Alla mia età, l'unico modo per superare le difficoltà è far valere la propria esperienza”, ha detto Franco durante il Rest Day a Riyadh, raccontando della sua prima settimana di gara. “Le prime cinque giornate sono state le più complicate tra percorsi ricchi di pietre, pioggia e freddo. Ammetto di essermi sentito davvero stanco, ma non a caso corro con il numero 67, così mi ricordo quanti anni ho e non esagero”, scherza.

Road Races, Torras svela il suo 2023: "Farò TT e NW200 con 3 moto diverse"

"Il livello si è alzato, i primi dieci sono tutti velocissimi"


Ciò che ha colpito Picco in questi ultimi anni è anche e soprattutto la grande differenza rispetto a quando la Dakar si disputava in territorio africano: “Negli anni '90 era una corsa diversa, si correva in Africa e in più Paesi, mentre ora il percorso si sviluppa in un'unica nazione e le speciali sono diventate quasi delle prove di enduro estremo”.

Anche i piloti che lottano per la vittoria sono molto diversi rispetto ad allora. A giocarsi il primo posto una volta erano due, Desprès e Coma, mentre ora ogni giorno c'è un vincitore di tappa diverso e i primi dieci sono davvero velocissimi. Il livello si è alzato, l'ambiente è più professionale e la stessa Dakar, come detto, è una gara diversa, ma non per questo meno avventurosa”, conclude il pilota veneto, pronto a tornare in sella per la nona tappa.

TT, che occasione per Craig Neve: in gara al fianco di Michael Rutter

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi